Wimbledon: Raonic vince e ora sfida Sascha Zverev, agli ottavi anche Berdych

Milos Raonic si qualifica agli ottavi di finale a Wimbledon battendo in tre set lo spagnolo Albert Ramos Vinolas e si prepara al big match con Alexander Zverev . Tomas Berdych elimina David Ferrer.

[10] A. Zverev b. [Q] S. Ofner 6-4 6-4 6-2 (Cristina Pozzoli)
Per la prima volta in carriera Sascha Zverev approda alla seconda settimana di Wimbledon e lo fa senza perdere neanche un set, grazie alla solida vittoria contro il 21enne austriaco Sebastien Ofner, la lieta sorpresa di questa prima parte dei Championships. Al suo debutto sui prati inglesi, Ofner, numero 216 della classifica ATP, chiude con onore la sua straordinaria corsa che l’ha portato, partendo dalle qualificazioni, a superare due turni del tabellone principale prendendosi gli scalpi prestigiosi di Thomaz Bellucci, numero 55 ATP e specialmente di Jack Sock, numero diciotto del mondo e diciassette del seeding, sconfitto al secondo turno.
Allenato dal papà di Dominic Thiem, Ofner (semisconosciuto fino a questo momento) che vanta solo una finale in carriera a livello Challenger raggiunta poco meno di due mesi fa a Mestre, non delude le attese e fa la sua parte ma si trova davanti uno Zverev molto centrato che, seppur con qualche piccola sbavatura, quando si trova sul punto di cambiare marcia alla partita, lo fa senza alcun problema e con una facilità disarmante che non concede repliche.
Il primo set si apre in maniera poco convenzionale per due big server che si scambiano i servizi nei primi game. Ofner lo cede in apertura con tre erroracci da fondo e Zverev fa addirittura peggio subito dopo cominciando il suo turno di battuta con due doppi falli consecutivi seguiti da una discesa a rete suicida. Scaldato il braccio, il gioco prosegue veloce tra ace e prime vincenti. Zverev predilige gli scambi rapidi ed è perfetto nell’esecuzione del suo schema preferito con il servizio ad uscire da sinistra e l’accelerazione vincente lungolinea di rovescio mentre Ofner punta più sulla pressione da fondo disegnando bene il campo e aprendosi gli angoli con il lungolinea. Nel nono game la tensione inizia a pesare sulle spalle dell’austriaco che commette tre gratuiti senza che Zverev faccia niente di speciale e cede il servizo. Chiamato a servire per il set, quando il momento si fa delicato, Zverev alza il livello del gioco quel tanto che gli basta per chiudere con tranquillità.
Il secondo parziale si apre con un game molto lottato in cui Zverev mette a segno il break e poi, a differenza di quanto accaduto in precedenza, non perde la  concentrazione e tiene agilmente il servizio. Ofner però riesce a togliersi di dosso la tensione e comincia a giocare come chi non ha più niente da perdere. Dall’altra parte della rete Sascha perde campo, va avanti a strappi perdendo contiunuità di gioco a favore di errori gratuiti e restituisce il servizio nel quarto game. Il passaggio a vuoto del tedesco finisce lì. La concentrazione ritorna e gli permette di alzare nuovamente l’asticella del gioco prendendosi rischi che vanno a buon fine e gli consentono di strappare il servizio al suo avverssario nel settimo game mantenendo il vantaggio in scioltezza fino al 6-4 conclusivo.
Nel terzo set la storia si ripete e si parte con Zverev in vantaggio di un break messo a segno addirittua a zero con grande autorità. Ancora una volta però, il tedesco si distrae clamorosamente, gioca un game insensato e cede il servizio. La reazione di Sascha è immediata e lo porta a riprendersi quanto sperperato nel terzo game durante il quale Ofner fa di tutto per non cedere annullando con gran coraggio quattro palle break. Ristabilita la situazione favorevole di un break di vantaggio, Sascha vede il traguardo, rimane lucido e non concede più nulla al servizio. Ofner da parte sua si spegne definitivamente, cede ancora il servizio nel settimo game e manda Sascha a chiudere il match senza batter ciglio.

[11] T.Berdych b. D.Ferrer 6-3 6-4 6-3 (Giancarlo Di Leva)

Berdych tiene fede al pronostico e approda, per l’ottava volta in tredici partecipazioni, alla seconda settimana del torneo battendo lo spagnolo David Ferrer nel sedicesimo atto di una rivalità iniziata nel 2004 a Gstaad e che, dopo l’incontro di oggi vede il bilancio tra i due in perfetta parità con otto vittorie a testa

Ferrer, ormai trentacinquenne, ha perso parte della freschezza atletica che lo ha sempre contraddistinto ma continua ad essere un combattente indefesso, qualità per il quale il pubblico lo rispetta e lo ammira.

Oggi contro un Berdych smagliante come non lo si vedeva da tempo, per lo spagnolo non c’è stato niente da fare. Centrato e sempre concentrato, il ceco ha pressato costantemente l’avversario caricando il suo bazooka tutte le volte che l’avversario era costretto ad accorciare i colpi. Primi due set in fotocopia con il ceco che conquistava il break alla prima occasione senza correre minimo rischio sui propri game di servizio in cui ha lasciato per strada solo undici punti nei due parziali e senza arrivare mai ai vantaggi. 6-4 6-3 in un’ora e tredici minuti. Un unico momento di rilassamento nel quarto gioco del terzo set in cui ha dovuto annullare l’unica palla break concessa all’avversario, prima di giocare nel game successivo il punto più bello del match, un passante incrociato di dritto in corsa che gli è valso il break che lo ha portato al 4-2 e di fatto ha chiuso l’incontro.

Il Berdych visto oggi puiò fare ancora strada a cominciare dal prossimo incontro in cui dovrà vedersela col vincente del match tra Thiem, testa di serie numero 8, e il giovane americano Jared Donalson, reduce dal successo contro il nostro Lorenzi.

[6] M. Raonic b. [25] A. Ramos Vinolas 7-6(3) 6-4 7-5 (Gianluca Atlante)

Non è ancora il Milos Raonic ammirato dodici mesi orsono sui verdi prati della Regina, ma il suo cammino a questa edizione dei Championships prosegue. Il canadese, su un campo numero 1 sin troppo spelacchiato per essere soltanto il sesto giorno di gare, ha finito per cucinare a fuoco lento lo spagnolo Ramos Vinolas: 7-6(3) 6-4 7-5 in due ore e ventuno minuti di gioco. Diciamo subito che è stato un match che lo spagnolo ha provato in tutti i modi a tenere vivo, restando aggrappato al suo avversario sino a quando ha potuto. Come nel primo set, quando solo il tie break ha dato ragione ad un Raonic non particolarmente esplosivo, ma sicuramente più continuo nel suo gioco rispetto ai giorni scorsi e, soprattutto, nei propri turni di battuta. Il 7-3 del tie break ne è stata una chiara riprova. Ad inizio secondo set, poi, è arrivato il break che, di fatto, ha decisamente spostato gli equilibri di una sfida non particolarmente entusiasmante. Anche perchè, sino a quel momento, Ramos Vinolas era riuscito non sono a tenere discretamente bene i propri turni di battuta, ma ad avere anche un certo predominio quando lo scambio diventava più lungo del previsto. Una volta operato il break, Raonic ha fatto il proprio compitino, trovando modo e tempo per rendere ingiocabili, o quasi, i propri turni di battuta. Con il 7-6 6-4 in cassaforte per il canadese, la montagna da scalare per lo spagnolo è diventata un’impresa impossibile, a maggior ragione con la “Graziella” di turno. Una sorta di Tourmalet impossibile da domare. Per carità, Ramos Vinolas si è messo lì, con tanta pazienza e altrettanta verve agonistica, a provare a restare in scia al suo avversario, ma al dodicesimo gioco, quando tutto lasciava presagire ad un secondo tie break, ecco la “zampata” vincente del finalista della scorsa edizione di Wimbledon. Un Raonic, lo ripetiamo, non ancora al top della condizione e, se vogliamo, parente povero di quello che da queste parti, solo un anno fa, non solo ha battuto Federer, ma ha conteso a Murray la coppa dorata, ma che comunque nella seconda settimana che si aprirà lunedì, potrà giocarsi le proprie chances ad iniziare dall’ottavo di finale contro il vincente del match tra il sorprendente austriaco, Sebastian Ofner, allenato da papà Thiem e il Re di Roma, Alexander Zverev.

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