Wimbledon, Muguruza ci riprova

Garbine Muguruza batte 63 64 Svetlana Kuznetsova e si qualifica ancora per la semifinale a Wimbledon: dopo la finale persa da Serena Williams, questo potrebbe essere il momento buono. Affronterà Rybarikova o Vandeweghe

Sono passati due anni da quella finale contro Serena Williams, una finale in cui non sfigurò affatto: se sta bene d’altronde la Muguruza è una che impone il suo gioco, non attende mai l’errore dell’avversaria.

Spesso esagera, spesso perde motivazioni, orientamento, soprattutto fiducia: in un metro e ottantadue di ragazzona si nasconde molta insicurezza; l’animo femminile, si sa, è complicato.

In lei forse più di tutto viene personificata la celebre frase di Billie Jean-King:

“Il tennis è la perfetta combinazione di un atto violento compiuto in un’atmosfera di tranquillità”.

Sorride sempre dolcemente, fuori dal campo. Mai una parola fuori posto, un urlo inopportuno, occhiatacce, polemiche; poi la vedi sfoderare un rovescio di una forza inaudita, poco uniforme allo stile di gioco storicamente spagnolo: su questi campi però fa la differenza, anche con una giocatrice esperta come la Kuznetsova che con la spagnola ha vinto solo una volta due anni fa a Madrid, 7-5 al terzo. Le altre quattro vittorie sono piuttosto nette, come infatti netta è parsa la sicurezza con la quale è scesa in campo.

E’ sempre lei ad avere avuto in mano il pallino del gioco, e in un torneo come questo dove Serena Williams è assente potrebbe fare la differenza per la vittoria finale. A Parigi dovette abbattere la regina, qui potrebbe bastare meno.

Dello stesso avviso potrebbero essere anche le altre contendenti rimaste, nonna Venus in pole position: in un momento di interregno come questo, tra gravidanze e pause varie, è un buon momento per tutte. Con l’attitudine sui verdi campi londinesi della Muguruza, ancora più per lei.

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