Wimbledon, i campi e le solite annose lamentele

Segnatevi questo giorno, perché il prossimo anno ricapiterà: a WImbledon tutti si lamentano dei campi, che piova o ci sia il sole. Ma sono più scivolosi o sono forse i giocatori a non sapersi più muoversi su questa (ormai rara) superficie?

Puntuali come l’ora del té nel Regno Unito, lo stipendio statale, Lahyani che chiama il punteggio col suo tono di voce troppo alto e fiero, le tasse, anche quest’anno sono arrivate le solite lamentele sui campi di Wimbledon.

Fateci caso: ogni anno c’è qualcuno che si lamenta. A volte, certamente, anche a ragion veduta. Però non è un caso che quando si tratta di una superficie su cui molti dei giocatori sono poco abituati a giocare, scatta la lamentela.

Accadde anche alla terra blu di Ion Tiriac, che veniva trattata, diventava qualcosa di simile al borotalco ed era davvero scivolosa; tuttavia il torneo si concluse, ci furono finalisti, vincitori e tutto ma a molti “big” non piacque e venne abbandonata, perché alla fine chi comanda davvero sono i giocatori di alto livello, specie a livello ATP.

A Wimbledon quest’anno le proteste per i campi troppo scivolosi e con poca erba rimasta sono arrivate tra primo e secondo turno, complici evidentemente temperature poco abituali al posto e al periodo. È vero che quest’anno i Championships sono iniziati più tardi ma l’ondata afosa riguarda l’Europa e quest’estate è tosta ovunque tu vada.

L’episodio di ieri nel quale Bettanie Mattek-Sands è scivolata nei pressi della rete e ha subito un gravissimo infortunio al ginocchio con panico della stessa, degli spettatori, della Cirstea e cosa ben più grave anche di chi avrebbe dovuto soccorrerla, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

La Mladenovic non ha risparmiato critiche: “Non c’è erba, non è nemmeno terra, non so cosa sia, anche la Radwanska si lamentava nello spogliatoio”. In realtà ogni volta che c’è molto caldo, il rimbalzo tende a essere più alto del solito e i campi naturalmente più lenti; se piovesse il campo sarebbe ancora più scivoloso ma è l’erba a esserlo da sempre.

Quello che è cambiato è il modo di muoversi su un campo da tennis di molti giocatori: la scivolata è ormai uso comune non solo sulla terra -dove è anzi necessaria- ma anche sui campi in cemento e se va a sollecitare le articolazioni, la resina presente nella stesura degli stessi impedisce che si scivoli, mentre sull’erba la necessità che ci si muova a piccoli passi è lapalissiana. Il problema è che non lo si insegna più, tanto è piccola e circoscritta la stagione erbivora.

Il responsabile delle condizioni dei campi, Neil Stubley e il capo dei “giardinieri” di Wimbledon assicurano che la cura è stata meticolosa come sempre e che è abbastanza normale vista la durezza dei materiali delle attrezzature dei tennisti che ci siano segni di erba sradicata, come sempre.

Ma non ci preoccupiamo troppo: il prossimo anno le proteste arriveranno puntuali come sempre, ci berremo un tè e un Pimm’s parlandone come se non fosse successo prima e l’All England’s Club non si scomporrà.

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