Muller: “Sentivo di star facendo tutto bene, dovevo essere paziente”

Le dichiarazioni di Gilles Muller dopo l’epico ottavo di finale vinto a Wimbledon contro Rafael Nadal per 15-13 al quinto set, in quarti sfiderà Cilic: “Sarà un altro match duro, di questo sono sicuro”

Come sei sopravvissuto a questo match infinito?
Non lo so. Ho provato a tenere duro. Pensavo, ho giocato bene per tutto il match, Rafa si è rifatto sotto nel terzo e quarto. Ho detto a me stesso, guarda, stai facendo del tuo meglio. Stavo giocando bene, tieni ancora duro e giocati le tue possibilità.

Come descriveresti il quinto set?
Sentivo che entrambi giocavamo molto bene. Dopo io stavo litigando un po’ con il mio servizio nel terzo e quarto set, ho ripreso a servire bene e ho vinto i miei turni al servizio più agevolmente. Mi sentivo sempre vicino quando batteva lui, ero sempre 0-30, 15-30, 30 pari. Ho avuto un paio di match point, sentivo che stava andando per il verso giusto e dovevo essere paziente.

E’ stato difficile continuare a crederci quando quei due match point (nel nono gioco, ndr) sono svaniti?
Non è stato semplice. Ma ripensandoci io non ho fatto nulla di sbagliato, lui ha giocato due ottimi servizi in quell’occasione. Ho provato a giocare una risposta aggressiva su un altro match point che ha fronteggiato con la seconda, ma l’ho mancata. Però sentivo che stavo sempre facendo la cosa giusta. Non è stato facile continuare a crederci, avessi perso il match sicuramente sarebbe stato difficile da digerire, ma non avrei avuto rimpianti.

Quanto è stato difficile per te giocare con tutto il pubblico che sosteneva Rafa? O questa sensazione non ti ha sfiorato mentre eri in campo?
Credo sia così quando giochi contro Rafa, Roger, Andy o Novak. Loro saranno sempre i favoriti del pubblico. Non l’ho avvertito molto ad essere onesto. Ovviamente le emozioni di fine match sono state diverse, il pubblico alla fine è passato tutto dalla mia parte, è stato un bel momento.

Affronterai Marin mercoledì nel prossimo turno, che tipo di partita ti aspetti?
Ad essere onesto non ci ho ancora pensato. L’unica cosa che posso dire è che ho giocato contro di lui non molto tempo fa, in semifinale al Quuen’s. Persi in tre set combattuti, lui ovviamente gioca bene. Ha molta fiducia in questo momento nel suo gioco, non sono sicuro del suo risultato in ottavi di finale, ho visto solo i primi due set. Credo abbia vinto facilmente, non so se in tre o in quattro set. Sarà un match duro, di questo sono sicuro.

Poco prima di entrare in campo Nadal ha saltato e forse ha sbattuto la testa sulla porta.
Si ho sentito qualcosa, mi sono girato e lui stava ridendo. Non so come lui abbia fatto, non sapevo fosse la testa o la racchetta, non era sicuro di cosa fosse successo, ho solo sentito qualcosa.

Più invecchi, meglio giochi. Come spieghi questo?
Non c’è una ragione particolare. Penso che la ragione primaria sia che io sono stato in grado di giocare per tutta la stagione da un po’ di stagioni, cosa che ho potuto fare negli anni precedenti. Prima non riuscivo a causa di infortuni. L’ultimo infortunio al gomito nel 2014 mi ha permesso di fermarmi, non potevo toccare racchetta, e acquisire una confidenza con il mio corpo che prima non avevo. Quell’infortunio è stata la cosa migliore che mi potesse capitare.

A che posto metti questa vittoria nella tua carriera?
E’ sicuramente una delle più grandi, se non la più grande vittoria che io abbia ottenuto. Soprattutto dopo quello che ho attraversato nel 2013, dopo un grande infortunio, non sapevo se sarei tornato a giocare. Ho giocato molti buoni match da allora, ma questa è sicuramente la vittoria più grande da quel momento, poi in un grande Slam e contro un ragazzo che stava dominando il tennis in questa annata.

Quando l’ultima palla è caduta oltre la linea di fondo ti sei fermato un secondo o due, cosa ti è passato per la testa?
Ero molto sollevato. Avevo avuto alcuni match point, ripensavo ancora al rumore che faceva il pubblico ogni volta che venivano annullati. Inoltre pensavo da un po’ che tra 10-15 minuti ci avrebbero rimandato all’indomani, così era solo sollevato finalmente di aver finito.

 

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