Ostapenko, la gioia dell’underdog: “Non ero affatto nervosa”

Le parole di Jelena Ostapenko, campionessa del Roland Garros e molto fiduciosa in sé: "Se gioco bene, penso che tutto sia possibile"

Congratulazioni per il tuo primo titolo. L’ultima volta, in conferenza stampa, hai detto che hai cominciato a concentrarti sul tennis quando avevi 15 anni. Puoi dirci qualcos’altro su come hai iniziato? Chi ti motivava?
Mia madre era istruttrice di tennis. È così che ho inizato. Mi piaceva, mi divertivo. Danzavo pure, per cui a un certo punto ho dovuto scegliere. Il tennis mi piaceva di più, per cui ho pensato che potesse essere il mio sport.

In che modo questo match è stato diverso dagli altri? La tua prima finale Slam, un’atmosfera diversa? Un grande stadio tutto pieno e molto rumoroso? Il tifo? Credi sia stato un match diverso dagli altri o ti è sembrata una partita come un’altra?
Beh, ero in finale e stavo giocando contro una grande tennista come Simona. Ero sott 6-4 3-0 ma nella mia testa mi dicevo soltanto di godermi la partita e di combattere fino all’ultimo punto. Sono rimasta aggressiva e la partita è girata dalla mia parte.

Hai sempre giocato a tennis così, colpendo forte, cercando sempre il vincente?
Sì, quando ho avuto la possibilità ho sempre cercato di colpire la palla il più forte possibile. Se avevo la chance di fare il punto, ci provavo.

Credi se ne parlerà molto in Lettonia? Credi ci sarà una festa o qualcosa di speciale in tuo onore?
Una festa? Beh, sì, se ne sta parlando molto in Lettonia. Hanno trasmesso la mia partita sul maxischermo in centro. È notevole.

Come immagini la tua vita dopo questa vittoria?
Beh, sono molto contenta, ma devo migliorare molte cose. Per cui lavorerò sodo per salire nel ranking e magari vincere altri titoli.

Eri nervosa prima della partita? Hai dormito bene ieri? Dal primo game si è intuito che non eri affatto nervosa.
Ho dormito molto bene, in realtà. Non ero affatto nervosa ieri, e nemmeno oggi. Prima del match, nei cinque-dieci minuti precedenti ho sentito un po’ di nervosismo. Ma quando sono arrivata in campo mi sono sentita piuttosto libera. Quando ero sotto nel secondo ero un po’ nervosa. Ma mi sono detta che non avevo nulla da perdere, di godermi la partita e dare il mio meglio.

Ti ricordi il match point? Quando hai colpito quella palla, sapevi già che sarebbe entrata e che avresti vinto il torneo? Oppure te ne sei resa conto in maniera diversa?
Come ho detto, ancora non ci credo di aver vinto, perché il mio sogno è diventato realtà. Stavo solo provando a tirare dei vincenti, anche sul match point. Ok, mi sono detta, non ho niente da perdere, provo a tirare un vincente. Se sbaglio avrò un’altra opportunità.

Per cui, quando hai colpito quella palla, sapevi che sarebbe entrata o…?
Beh, ho tirato un sacco di vincenti da sinistra. Ovviamente ho provato a metterla in campo.

Sii onesta. Quando giochi e colpisci la palla come vuoi, c’è qualcuno che pensi di non poter battere?
Se ho una buona gioranta e sto colpendo bene, penso che tutto sia possibile.

Dalla stessa categoria