Nadal: “L’arbitro cercava solo i miei errori”

L'intervista a Rafael Nadal, qualificato ai quarti di finale del Roland Garros: "L'arbitro è li per analizzare il gioco non per guardare l'orologio".

Sei soddisfatto di cos’hai fatto oggi pomeriggio?
Certo, ho giocato contro un ottimo giocatore e sono riuscito a vincere in tre set, è un risultato molto positivo. Non ho giocato bene come gli altri giorni ma ho fatto alcune buone cose. In qualche momento ho fatto qualche errore ma niente di importante, in generale ho giocato bene.

Qual è stato il regalo di compleanno migliore per te? Il fatto che tu non abbia giocato con la pioggia di ieri o quello di aver vinto i primi turni così agevolmente?
La sola cosa che conta per me è essere nei quarti di finale. Sto bene e sto giocando bene è questo che conta, il resto non è un problema. Qualche volta piove, qualche volta non giochi bene ma l’importante è accettare tutte le situazioni e lottare per i propri obiettivi. E l’obiettivo è cercare di giocar bene ogni giorno e superare i turni. Ora giocherà contro Milos o Pablo, che sono avversari molto duri. Ho bisogno di essere pronto e giocare al meglio.

Hai avuto ottimi risultati da gennaio a ora. Che parte ha avuto Carlos Moya in questi successi? In cosa ti ha aiutato a migliorare?
È la quinta volta che mi chiedete questa cosa ma risponderò una volta di più… Carlos è una acquisto positivo per me. Prima di tutto è un buon amico una persona con cui ho molta confidenza e una grande relazione da tanto tempo. Ci conosciamo benissimo. Lui conosce molto bene mio zio e Francis, così stiamo lavorando insieme in modo splendido. Lo spirito del team è stato molto positivo sin dall’inizio e mi sento a mio agio. Abbiamo cambiato un paio di cose in allenamento anche se è vero che la cosa più importante per me è poter giocare senza infortuni ed è questo che sta facendo la differenza.

Quando tu ti sei fermato la stagione scorsa Toni ti ha detto che se volevi tornare al top dovevi cambiare due cose: doveva tornare il tuo dritto e dovevi cambiare la tua attitudine alla gara. È stato facile cambiare queste due cose?
Non so, credo che tutti sappiano di cosa hanno bisogno per essere competitivi a meno di non essere stupidi. Altro discorso fare in modo che le cose accadano, è questa la differenza. Non credo che la mia attitudine sia mai stata sbagliata, non è questione di attitudine. È questione di tennis ed è questione di salute. Se stai bene è facile giocare con una buona attitudine e allenarsi bene. Alla fine è l’unica cosa che conta. In molti momenti della mia carriera non ho avuto la possibilità di fare le cose che volevo. Ma in questo momento sono molto contento di come stiano andando le cose e di come sto giocando. Ma non è il momento per parlare di queste cose, sono nei quarti di finale è questo quello che conta.

Avrai saputo di cosa è successo a Londra. Ti sentirai al sicuro quando andrai?
È terribile sentire queste cose. È una notizia terribile. Tu non puoi essere sicuro al 100% in nessun posto. È questa la cattiva notizia per tutti. Sono molto dispiaciuto per tutte le famiglie che stanno soffrendo, è dura accettare questo tipo di cose ma stanno succedendo molto spesso.

Carlos Ramos ti ha dato un warning ma non ho avuto l’impressione che tu perdessi troppo tempo.
Che posso dire? Non sono soddisfatto ma non è qualcosa di nuovo. Ci sono arbitri che ti mettono maggiore pressione di altri e bisogna accettarlo.

Milos ha raggiunto il quinto set. Che puoi dirci di Milos o Pablo?
Li conosco, ho giocato contro Milos ma non contro Pablo che sta migliorando ed è un amico che apprezzo. Spero che le cose vadano bene per lui. Milos è un avversario molto duro, serve benissimo e ti mette tanta pressione. In ogni caso l’avversario sarà difficile. Giocano un diverso tipo di tennis ma sono tra i giocatori migliori che ci sono. Ci sarà da lottare in ogni caso.

Dopo il primo warning hai detto a Ramos di fermarsi. Gli hai chiesto qualcosa o no?
No, no, quello che succede in campo rimane in campo. Ci sono persone che amano essere coinvolte nel match. Teoricamente gli arbitri sono qui per analizzare il match e non per usare l’orologio.
Altri arbitri hanno uno stile diverso. È successo in passato, ricordo questa pressione perché io prendo del tempo prima di servire. Se vuoi che si giochi bene devi lasciare il tempo di respirare. Non siamo macchine Questo è il mio punto di vista. Ma rispetto come la vedono gli altri e gli altri punti di vista. Che altro posso dire? Che altro posso dire? Ti sto dicendo questo con tristezza, perché non voglio avere problemi. Ma questo arbitro cercava i miei errori. Questo è l’impressione che ho avuto. Naturalmente mi ha messo pressione. Sul coaching, francamente, non lo so. L’unica cosa che ho detto a lui è che dovrà darmi molti warning se non posso nemmeno prendere il mio asciugamano. Ma non è un problema, quello che è successo in campo rimane in campo.

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