Errani non fa il miracolo, Bolelli e Napolitano salutano Parigi

Kristina Mladenovic stavolta lascia a casa gli acciacchi: Sara Errani cede 6-2 6-3 alla francese. I due qualificati, Simone Bolelli e Stefano Napolitano, non racimolano neanche un set. Thiem troppo forte, Schwartzman troppo solido.

[14] K. Mladenovic b. [Q] S. Errani 6-2 6-3 (Piero Vassallo)

Il Roland Garros di Sara Errani finisce al secondo turno contro Kristina “Kiki” Mladenovic e per l’Italtennis femminile la spedizione parigina è già terminata. Resta Francesca Schiavone nel tabellone di doppio – fa coppia con Kirsten Flipkens – ma in singolare non c’è più nessuno, Errani era stata l’unica a superare il primo turno battendo Misaki Doi in un buon match che aveva confermato le sensazioni positive delle qualificazioni, superate senza alcun problema. Purtroppo per lei la Mladenovic vista oggi sul Suzanne Lenglen è stata ben diversa da quella a mezzo servizio ammirata due giorni fa sul Philippe Chatrier. Tradita dalla schiena, la francese si è salvata per il rotto della cuffia contro la statunitense Jennifer Brady, i problemi però sembrano quasi completamente alle spalle: nel match di oggi si è mossa molto bene, anche se a volte è sembrata trattenersi al servizio, forse solo per non correre troppi rischi. In ogni caso è stata un’ottima Mladenovic, ha allungato sul 3-1 a inizio primo set e dopo aver subito il contro break ha nuovamente preso il largo con un parziale di tre giochi consecutivi.

Non è stata una brutta partita per Errani, che ha cominciato avanti di un break il secondo parziale, ma c’è un dato che è emblematico: su sette giochi ai vantaggi non ne ha vinto nemmeno uno e questo ha fatto tutta la differenza del mondo. Recuperato lo svantaggio nel secondo set, Mladenovic si è portata avanti con un break nell’ottavo gioco, al servizio per chiudere l’incontro si è vista annullare tre match point ma il quarto è stato quello buono. Al terzo turno affronterà la statunitense Shelby Rogers, che lo scorso anno su questi campi fece vittime eccellenti quali Karolina Pliskova e Petra Kvitova arrivando a giocarsi i quarti di finale. Mladenovic è favorita, a patto che schiena e la grande pressione che inevitabilmente si trova addosso non finiscano per tradirla. Errani, nonostante qualche buona indicazione, esce di scena con un punteggio abbastanza netto fortemente condizionato da quei sette game ai vantaggi e adesso arriva la stagione sull’erba, la parentesi sicuramente da lei meno gradita.

[6] D. Thiem b. [Q] S. Bolelli 7-5 6-1 6-3 (dal nostro inviato Gianluca Atlante)

Ci sono storie che vanno al di là dei numeri. Racconti che s’intrecciano con la realtà, che fanno a cazzotti con la quotidianità, fatta di dolori e sacrifici, ma che restano, fortunatamente per noi, comun denominatore di uno sport che amiamo e che ci piace raccontare, anche e soprattutto, lontano dallo scarno risultato di un match. Noi siamo affezionati a Simone Bolelli, da sempre. Il perché è racchiuso nella bontà dei suoi gesti bianchi, nella qualità del suo gioco, nella voglia sfrenata, oggi più di ieri, di non arrendersi mai. Sul “Suzanne Lenglen”, in uno stadio prestigioso, il Bolelli nazionale ha dato prova, semmai ce ne fosse stato bisogno, di essere giocatore, al di là dei tre set a zero rimediati dall’austriaco Thiem, numero sette del mondo e sei del tabellone di questo Roland Garros e al di là dei tre turni di qualificazione e del primo turno a spese di Mahut. Alla faccia della classifica protetta, di un ranking che non gli appartiene, di polsi e ginocchia, di tutto quello che questo benedetto ragazzo ha passato nella sua vita. Oggi Simone Bolelli, è ancora giocatore, vero quanto si vuole, ma questo lo deve sapere lui e soltanto lui. Capace di rimettersi in gioco, di guardarsi allo specchio ogni mattina e ammette: “Dai Simone, che qualche soddisfazione ce la possiamo ancora togliere”.
Il 3-0 iniziale ed il 3-1 30-0 non sono certo figli della casualità, ma di quella “tigna” che Bolelli, magari, ha sempre avuto, ma che oggi deve necessariamente uscire fuori per restare a galla in questo mondo. Bolelli, quest’oggi, è stato a due punti dal primo set, questo vuol dire che la brace è accesa e che il fuoco, sul quale bisognerebbe soffiare, è pronto di nuovo ad infiammare i suoi pomeriggi e le sue serate tennistiche. Poi, per carità, i numeri ci parlano di un 7-5 6-1 6-3 che, letto così, farebbe pensare ad un incontro a senso unico, ma l’impressione che abbiamo avuto sul “Suzanne Lenglen”, quella che in effetti volevamo avere, è che l’Italia del tennis al maschile può ancora supportare e farsi supportare da questo ragazzone bolognese, con il volto buono, dall’animo gentile e da una mano destra ancora degna di tale nome. Noi siamo convinti che sia così, lo è anche lui, altrimenti non starebbe lì a riempirsi i calzini di terra rossa, tanto per il gusto di farlo. Alla faccia dei malanni, delle operazioni, di una classifica indigesta, di tutto. I tre set a zero con i quali Thiem lo ha rispedito al mittente, a noi hanno detto tanto. E a lui anche, ne siamo pienamente convinti.

D. Schwartzman b. [Q] S. Napolitano 6-3 7-5 6-2 (Simone Milioti)

Continua il buon momento di Diego Schwartzman, l’argentino dopo aver vinto una battaglia terminata solo per 9-7 al quinto set, ha superato anche il nostro Stefano Napolitano al secondo turno del Roland Garros. Per lui questo terzo turno conquistato è il miglior risultato mai realizzato in un Grande Slam, e quindi anche al Roland Garros, dove si era sempre fermato al secondo turno. Quanto a Stefano Napolitano ci ha provato indubbiamente ed è rimasto in match sino all’ultimo, probabilmente ha pagato l’inesperienza di giocare a così alti livelli e forse la settimana in più passata sui campi secondari a qualificarsi.
Il primo gioco dell’incontro va ai vantaggi e sul servizio dell’argentino Napolitano ha subito due palle break che però non riesce a sfruttare. Il match da lì in poi ha un andamento che verte verso Schwartzman, l’azzurro gioca meglio ma pian piano il comando delle operazioni passa all’argentino. I due comunque non concederanno altre occasioni sui propri servizi sino al 4-3 Schwartzman e servizio Napolitano. L’argentino giocherà un vincente di rovescio lungolinea che gli permetterà di procurarsi due palle break, le prime del match. La prima fallisce giocando un dritto di poco in corridoio, sulla seconda coraggioso Napolitano a seguire l’attacco di dritto a rete, bravissimo Schwartzman a rimandare di là la palla con un cross di dritto strettissimo su cui l’azzurro non può nulla. Primo break dell’incontro e set che si chiude 6-3 con l’argentino che tiene il proprio servizio.
Tra primo e secondo set Napolitano si fa massaggiare la spalla destra, al rientro in campo esordisce con un doppio fallo che non lascia presagire nulla di buono. Nei successivi due game di servizio l’italiano concede lo 0-40, la prima si salva, la seconda gli è fatale. Break per Schwartzman ma la partita è tutt’altro che chiusa. Immediatamente Stefano recupera il break di svantaggio e successivamente grazie ad un altro break prova a scappare: 4-3 e servizio. Ma arriva il quarto break, dopo soltanto un gioco contro il servizio nel primo set, a riequilibrare la seconda partita. SI prosegue senza altri break sino al 6-5, quando Napolitano deve servire per restare nel set, ancora una volta troppo impaziente il nostro giocatore che sulla palla break/set concessa si fionda a rete e stavolta il cross stretto vincente per l’argentino arriva con il rovescio che sembra adesso davvero spegnere l’entusiasmo del giocatore azzurro.
Alla ripresa del terzo set è nuovamente l’argentino a rompere l’equilibrio dei servizi e come sempre lo fa con un punto per nulla banale, segue l’attacco a rete Napolitano e passa con uno splendido lob liftato di dritto. Da quel momento in poi Schwartzman non perderà più nessuno game, conquistato un altro break, e chiuderà 6-2, nonostante Napolitano nel game in cui l’argentino serviva per il match sia stato in vantaggio 0-40.
Stefano Napolitano è stato bravissimo a superare le qualificazioni e superare Mischa Zverev al primo turno, in questo match però gli è mancata la cattiveria o comunque la concentrazione giusta nei momenti decisivi. Quasi tutti i game con parità sono andati al suo avversario e non gli si può neanche dire che non abbia avuto chance, visto che ha avuto palle break in ogni set.

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