Murray: “Il problema non è che ho perso ma come ho perso”

L'intervista a Murray, sconfitto da Coric negli ottavi di finale del Masters 1000 di Madrid: "L'infortunio al gomito non c'entra niente".

Cosa credi non abbia funzionato oggi?
Molte cose direi che non sono andate bene. Ho cominciato il match ma poi ho cominciato a star dietro e non ho trovato il modo di migliorare il mio gioco o di metterlo in difficoltà. Sbagliavo presto durante lo scambio e in sostanza non costruivo il punto. Sono molto dispiaciuto perché anche quando sei in cattiva giornata a volte riesci a trovare il modo per mettere in difficoltà il tuo avversario. Io non l’ho fatto per niente oggi.

Riesci a spiegare perché? È un problema mentale? Fisico? Sei stanco?
Non sono stanco. Ho cercato di trovare un modo per girare il match, tirare piano per tenere le palle in campo ma non funzionava. Forse avevo un po’ di frustrazione e invece di rallentare finivo con l’accelerare. Il match in questi casi può sfuggire molto velocemente. Questo è quello che è successo.

È la seconda volta che Coric ti batte. C’è qualcosa nel suo gioco che ti mette in difficoltà quando non sei in una buona giornata? 
È stata una partita simile a quella di Dubai. Lui serve bene, si muove molto bene, è solido. Se sei in giornata no con uno che si muove come lui diventa molto dura.

Sembravi molto ironico col tuo box e sorridevi sarcastico. Era per la frustrazione o qualcosa del piano di gioco non ti convinceva?
Il piano del match nasce da un accordo tra me e il mio coach. Così se un piano non sta funzionando non è colpa del mio coach. Il mio coach non mi dice “vai lì, fai questo, questo e quest’altro” e io dico “ok lo farò”. Noi parliamo, guardiamo i video e facciamo il piano insieme. Era frustrazione, io facevo sempre le stesse cose e sempre gli stessi errori. Avrei dovuto fare di più e non l’ho fatto, questa è la cosa peggiore oggi.

Gerard Piqué vuole creare un format differente per la Coppa Davis con l’aiuto dell’ATP. Hai parlato con lui? Se sì, puoi dirci qualcosa? 
Ho cercato di parlare con lui un paio di volte e ci siamo scambiato dei messaggi. L’ho chiamato una volta o due ma non abbiamo ancora parlato di persona o al telefono.
Fare cose nuove non è mai semplice, ci sono sempre un mucchio di ostacoli. È difficile con il calendario e la programmazione che abbiamo. Penso che la sua idea sia molto buona per il tennis, se l’adotteremo o no è un’altra questione.

Pensi che il tuo infortunio al gomito di qualche settimana fa ti abbia tolto un po’ il ritmo degli allenamenti e per questo ti trovi in difficoltà sulla terra o non c’entra? 
Non penso. Mi sono allenato molto anche quando avevo il problema solo non ho potuto servire per un paio di settimane. A Monte Carlo e a Barcellona forse non ho servito come al solito ma miglioro e il resto posso farlo tranquillamente. Non è questa la ragione per cui ho giocato così oggi, non ci sono scuse.

Le condizioni qui sono molto diverse da quelle del Roland Garros questa sconfitta ti metterà pressione? 
Credo che dovrei essere preoccupato di oggi. La cosa peggiore non è perdere una partita, ma a volte è il modo in cui si perde che può essere deludente. Contro Thiem a Barcellona, ​​ero rimasto deluso perché avevo perso, ma ho giocato bene, ho fatto delle buone cose. Mentre oggi non ho fatto veramente nessuna di quelle cose. Quindi devo pensare esattamente perché è così, cosa posso fare per questo. Le cose possono cambiare velocemente nel tennis. Borna ha perso in qualificazione qui qualche giorno fa. Ora è nei quarti. Le cose possono cambiare velocemente. Ma devi avere le idee giuste, idee corrette, capire perché sei nella posizione in cui ti trovi. Spero di poterlo fare con la mia squadra e giocare meglio a Roma e Roland Garros.

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