Djokovic: “Con Agassi cominceremo a lavorare a Parigi”

L'intervista al finalista del Masters 1000 di Roma: "Mio fratello resterà insieme ad Agassi. Zverev ha già impresso il suo marchio".

Diresti che la partita di oggi segni l’arrivo di un giocatore che si avvia a lasciare il suo marchio sulla prossima decade?
Ha già lasciato il suo marchio. Intendo dire che oggi ha vinto uno dei più grandi tornei, in modo assolutamente meritato. Ha giocato bene, servito bene. D’altra parte io ho giocato molto male oggi, non ho mai trovato ritmo.

In quale momento hai capito che le cose oggi non sarebbero andate per il verso giusto? 
Lui ha servito benissimo, ma oggi le condizioni erano molto diverse da ieri. Tanto vento, rimbalzi velocissimi.  Ieri non c’era vento. Non ho trovato il giusto ritmo, la giusta posizione in campo. Ho fatto un sacco di errori, ho iniziato il match molto male, ho subito preso il break. Questo gli ha dato fiducia. Ma fin dall’inizio non è stato un gran match per me.

Un telecronista ha detto che Agassi sarà il tuo nuovo coach.
Questo è quello che volevo sapeste. Ho parlato con Andre al telefono e decideremo a Parigi. Lui verrà a Parigi e vedremo cosa porterà il futuro. Siamo entrambi contenti di lavorare insieme, cercheremo di conoscerci meglio a Parigi. Non mi seguirà in tutti i tornei, solo certe volte e vedremo cosa succederà.

Cosa ti è piaciuto di Agassi?
Un sacco di cose. Andre è uno di quelli per cui io ho maggior rispetto come persona e come giocatore. Ha attraversato tutto quello che sto attraversando. Conosce il gioco benissimo. Mi sono goduto ogni conversazione che ho avuto con lui. D’altra parte lui ha i valori della famiglia, è un filantropo. Ed è un uomo molto modesto, molto educato. È una persona che può contribuire alla mia vita dentro e fuori dal campo.

Conoscevi meglio Agassi di Becker quando hai preso con te Boris o più o meno allo stesso modo? Poi: una sola volta sei arrivato a 30 sul servizio di Zverev. Mai a 40. 
Risponderò prima alla seconda domanda. Lui ha servito benissimo. Non sono stato capace di prendere ritmo sulla risposta. Ha servito il 70% di prime credo e colpiva benissimo. Ha preso il tempo, ha fatto con me quello che io sono riuscito a fare ieri contro Thiem. Succede. Ha un grande servizio. Se serve bene è difficile giocare con lui su ogni superficie.

E Becker e Agassi?
Ho parlato con Andre per le ultime due, due settimane e mezzo. A Parigi ci incontreremo di persona. Boris l’avevo conosciuto e incontrato una volta. Abbiamo parlato un po’ al telefono e poi ci siamo incontrati. Non so chi conoscevo meglio. Non conosco Andre molto bene perché ci sentiamo solo da un paio di settimane. Ma sento già che siamo molto vicini e creiamo delle belle vibrazioni.

È stato difficile convincerlo? Lui è stato lontano dal tennis. A differenza di Boris che lavorava in TV, Agassi è quasi scomparso dal mondo. 
L’ho persuaso…

Hai sedotto Andre?
Non svelerò il segreto della mia persuasione! Lui ha avuto tanto successo in questo sport, è una leggenda del nostro sport. Ha segnato questo sport per sempre. Ha vinto tutto quello che si poteva vincere nel tennis. È stato un giocatore rivoluzionario, ha avuto un grande carisma, un approccio al tennis e alla vita diverso dagli altri. È per questo che ero così interessato.
Certo, è stato lontano dal tour negli ultimi 10-15 anni ma ha seguito da vicino tutte le partite, i grandi match. Conosce i giocatori e noi abbiamo parlato prima di ogni match nelle ultime due settimane. Così gli ho chiesto se voleva fare un altro step e lavorare con me. Ha accettato e gli sono molto grato. Sono molto felice di questo.
Vedremo, Parigi è il primo torneo dove saremo insieme.

Ci sarà qualcun altro a Pariti? Gil Reyes ha lavorato con Andre in passato. 
No, ci saranno solo Andre e mio fratello.

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