Indian Wells: Djokovic difende il titolo dall’assalto di Murray

A poche ore dal sporteggio del tabellone maschile arrriva la rinuncia di Milos Raonic, numero 4 del mondo e finalista nel 2016, ancora fermo per lo stiramento al bicipite femorale. Juan Martin del Potro diventa testa di serie.

Sta per prendere il via uno dei periodi più attesi ed importanti della stagione tennistica con il primo Master 1000 in programma dal 6 al 19 marzo ad Indian Wells. A poche ore dal sorteggio del tabellone maschile è arrivata la prima scossa con il forfait di Milos Raonic, ancora alle prese con lo stiramento al bicipite femorale, accusato nella semifinale del torneo di Delray Beach. Con l’uscita di scena del finalista della scorsa edizione, che in termini di classifica ATP gli costerà la perdita dei 600 punti della finale, entrerà in tabellone Dimitry Tursunov ma, specialmente, Juan Martin del Potro diventerà testa di serie ed eviterà di trovare uno dei più grandi già al primo turno.

A differenza della scorsa stagione in cui il favorito assoluto era Novak Djokovic, allora numero uno incontrastato, e l’unico dubbio riguardava chi potesse qualificarsi per la seconda piazza, quest’anno sta per aprirsi un torneo ricco di incognite. A cominciare proprio da Nole che, pur avendo sensazioni positive con il BNP Paribas Open, che l’ha visto trionfare 5 volte di cui le ultime 3 consecutive, l’avvio della stagione non all’altezza del suo standard, con le premature eliminazioni all’Australian Open e al recente torneo di Acapulco, non fanno di lui il favorito numero 1. Il suo valore resta comunque fuori di dubbio e se si dovesse risvegliare dal torpore che lo attanaglia ormai da tempo, potrebbe rimettere in riga tutti.

L’uomo da battere però sarà, almeno sulla carta, il numero uno del ranking ATP, a caccia del primo titolo ad Indian Wells e reduce dalla vittoria a Dubai, ottenuta per la prima volta in carriera, segnale che potrebbe essere significativo. Inoltre Andy è riuscito a vincere a Dubai non giocando proprio al massimo della sua forma e salvandosi per un pelo al secondo turno contro Kohlschreiber dopo aver annullato sette match point contro e questo gli ha sicuramente dato grande fiducia per l’imminente appuntamento sul cemento statunitense.

I dubbi maggiori riguardano le condizioni psico-fisiche dei finalisti dell’Australian Open, Roger Federer e Rafael Nadal, che dopo l’exploit australiano hanno scricchiolato entrambi: lo svizzero sconfitto a Dubai a sorpresa dal russo Donskoy e lo spagnolo in finale ad Acapulco da un Querrey in gran forma ma pur sempre un avversario ampiamente all portata del miglior Nadal.

Da tenere d’occhio saranno Stan Wawrinka, che se troverà la settimana “sì” potrebbe battere chiunque, Kei Nishikori e Tomas Berdych che se trovano anche loro la giornata giusta possono giocarsi le loro carte anche con i migliori. Da non sottovalutare inoltre Jo-Wilfried Tsonga che ha appena vinto i tornei di Rotterdam e di Marsiglia e potrà incidere notevolmente sulla sua fetta di tabellone.

Attenzione agli outsiders, che poi outsiders non sono del tutto, a cominciare da Grigor Dimitrov, protagonista di un inizio di stagione eccezionale con due tornei vinti e la semifinale persa a Melbourne da un gran Nadal; Alexander Zverev, vincitore del suo secondo titolo in carrirera a Montpellier e in grande crescita soprattutto da un punto di vista mentale; Dominic Thiem, anche se sembra meno a suo agio sulla superficie veloce; Nick Kyrgios che ha battuto proprio Djokovic ad Acapulco e ha già dimostrato che se vuole può far sudare sette camicie a chiunque gli si pari davanti; oltre agli imprevedibili Marin Cilic, Richard Gasquet, Gael Monfils e David Goffin.

In attesa del sorteggio del tabellone, in programma alle 24 di stasera (ora italiana) oltre alle tante incognite, anche i numeri lasciano presagire un cambiamento: dal 2004, dopo sei anni in cui Federer ha vinto tre volte, Nadal due e una Djokovic, nel 2010 il loro dominio è stato interrotto da Ivan Ljubicic per poi riprendere per altri sei anni con 4 affermazioni di Djokovic, e una per Federer e Nadal. Se dovesse vincere uno dei tre sarebbe il settimo anno in cui si spartiscono il titolo ma il 7 non è una certezza nel tennis, anzi è un numero che spesso segna una svolta come il settimo game di un set che talvolta ne decide le sorti “a sorpresa”. E memori di quel che successe nel 2010 anche questo numero 7 potrebbe invertire la tendenza e aprire la strada ad un nuovo e inaspettato vincitore.

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