Un traduttore all’Australian Open (parte 2)

La seconda parte della saga “domandare è lecito, ma rispondere a volte...”

Come vi avevamo promesso le avventure di “un traduttore all’Australian Open” non sono finite e se la prima puntata del suo strampalato diario vi aveva divertito ed incuriosito, crediamo che questa vi terrà maggiormente avvinti perché si dipanerà lungo tutto il torneo e seguirà le vicende di due tennisti in particolare, catapultati nelle loro interviste in una sorta di sit-com a puntate. Così se la vincitrice del torneo ha pure ricevuto un invito, il povero giocatore fermatosi ai quarti di finale ha dovuto districarsi tra curiosi di medicina, letterati e burloni. Ma bando alle ciance e lasciamo che siano le domande a raccontare come è nata e si è sviluppata, lungo le gloriose vittorie di Serena, una sotterranea e (ahinoi) infelice storia d’amore e come la coriacea longanimità di Milos sia stata in parte scalfita.

Cediamo il passo alla vincitrice di 23 Slam che fin dal primo giorno si è vista partecipe della tattica di conquista: step one “informati, tasta il terreno e colpisci”. Assorbita da domande su come si sentisse nel caldo australiano, come avesse giocato, come stesse a livello fisico, d’improvviso, cambio d’argomento: “Qualche settimana fa hai postato alcune personali ed emozionanti novità. Puoi parlarcene un po’?”. Serena, però, non è ancora del tutto distratta: “Beh puoi elaborare la domanda un po’ meglio?” rimbalza la richiesta al giornalista a cui, a questo punto, tocca precisare che si riferiva alla notizia sul suo fidanzamento. “Oh” di Serena ma il suo interlocutore non demorde…”Quella, ricordi?”. “Ah. Sto solo scherzando”, risponde sorridendo la tennista. “Sì è stato fantastico ma come ho già detto non voglio pensarci fino alla fine di questo Slam, che per me significa molto”. “Lo hai presentato come un momento davvero romantico…”. “Lo è stato, lo è davvero stato. Sono una buona scrittrice sì. Quindi se a voi ragazzi volete qualche consiglio, sono qui.” “Ti fa sentire diversa?”. “Di nuovo, non realmente perché non ho ancora avuto modo di assimilarlo, non permetto a questo pensiero di assorbirmi perché voglio essere focalizzata sullo Slam ora.”

Quindi, step one failed…ma Serena ha continuato a vincere e le possibilità di poterla intervistare nuovamente si sono presentate ed infatti, nel post match di due giorni dopo, si prosegue ma con un cambio di tattica (step two): “Il tuo fidanzato ha una storia incredibile ed incredibili risultati. Qual è la cosa che ami di più in lui?”. “Il fatto che sia una persona davvero bella. Lui tratta tutti allo stesso modo ed è davvero una bella cosa, davvero davvero fantastico da vedere.” “Ok, qual è stato il tuo primo pensiero quando hai sentito che George Michael era morto?”, cambiare argomento così da confondere le acque. La Williams dichiara il suo dolore e dal spunta “Spinning the Wheel?” “Spinning the wheel? Scusa?” “La tua canzone preferita di George?” “Ah, Faith”.

Bene, recepite un po’ di informazioni personali è il momento dei complimenti (step three), dopo qualche giorno di rigoroso silenzio stampa. “Sei una donna che ha gusto nel vestire. So che non ti piace parlare di politica, ma non so se hai visto alcuni degli outfits della cerimonia di insediamento…”. “Ho perso quasi tutta la cerimonia, ma cercherò di recuperarla online. Mi pare Melania avesse un vestito blu, giusto? Ma mi stavo preparando per la partita, lo controllerò sicuramente”. E poi un po’ di vecchi ricordi di Serena e Barbora (Strycova) nel ghiaccio del Rockfeller: “Sono impressionato. Da dove vengono fuori queste tua abilità nel pattinaggio?”.

Il tempo è giunto. Più si va avanti nel torneo più la possibilità dell’uscita di scena della tennista si fa sempre più probabile. E quindi, forte delle informazioni raccolte, pago dei complimenti lanciati, eliminato qualche collega (o forse cercando di redimersi) eccoci al momento finale (step four): “Quando è uscita la notizia del tuo fidanzamento stavamo parlando del fatto che lo hai incontrato a Roma, ma non era chiaro se era solo per quei giorni o lo hai incontrato un anno fa o sei mesi fa”. “Spero fosse un paio di anni fa (sorridendo), sì erano due anni fa, non sei mesi”. “Quindi non è una cosa recente?”.”No.” “Ma quindi non sei tornata a Roma se non per un torneo? Questo vorrei sapere! “Oh, in realtà ero lì per caso. Amo Roma. Sai che amo l’Italia, è il mio posto preferito”. “Allora perché non vieni a Firenze un giorno?”, “Non ci sono mai stata. Ci andrò”. “Quindi è stato per incontrare qualcuno, fidanzarsi?”, “Ma hai letto? Non hai letto quello che ho scritto?” “Pensavo fosse solo una casualità”, “Penso di averlo detto…Cosa avevo detto? Avevo detto che ero stata portata a Roma? Non ricordo”. “No intendevo la prima volta che vi siete incontrati. Eravate allo stessa festa o è stato per caso?”, “Letteralmente per caso. Io mi sono seduta e lui si è seduto di fronte a me”, “Nessuno vi ha presentati? Eravate in un ristorante?”, “No, beh. Questo non accade mai, vero?”, “Solo nei film”, “Davvero, eh? Io vivo in un film ed in una favola nella mia testa e quindi suppongo fosse destinato ad accadere”. “Il matrimonio sarà a Venezia?”, “Ma non avevi detto Firenze?”, “Sì, beh preferirei!”.

E vi lasciamo con questo finale aperto. Anche se le parole di Serena, nell’intervista finale, sembrerebbero propendere per Alexis Ohanian… “Puoi condividere con noi, subito dopo il match quando ti ha abbracciata, cosa ti ha detto?”, “Era il nostro momento intimo. Ma è stato qualcosa che decisamente ci terremo stretto per noi. Mi fa sentire bene”. Ci spiace, quindici giorni non sono bastati.

Ed ora lasciamo il giusto spazio anche al prediletto dalle attenzioni mediatiche da parte maschile: Milos Raonic. Per chi si chiedesse se le doti mediche del canadese si potessero esportare dai farmaci alle autodiagnosi non rimarrà inappagato. Purtroppo questo passo non è stato fatto ancora ed alla domanda se avesse trovato un motivo per cui si facesse male sempre a quell’adduttore, se avesse trovato una ragione per ciò, il tennista risponde sconsolato che sì, ha fatto l’operazione ma non sa e può solo sperare non vi sia una ragione per cui continua a farsi male.

Milos però è anche interessato allo studio del sonno: “Ho letto l’altro giorno che sei interessato a come dormi ed al processo del riposo. Quanto dentro sei a tutto questo? Quante ricerche hai fatto?” “Quante ricerche? Beh ho letto qualcosa solo per pura curiosità e probabilmente leggerò di più quando giocherò un po’ meno. Cerco solo di prendermi cura e guardare con attenzione ciò che faccio”. Ma passiamo alla dieta seguita dal tennista. Come non immaginare niente di peggio di dover perdere peso sotto Natale…e pure per il Ringraziamento aggiunge Milos. “Eh già non è affatto facile; so di non potermi aspettare molto da me stesso, specialmente di cambiare abitudine mentre gioco e la maggior parte della fatica si è focalizzata in queste 3/4 settimane”. “Ma hai cambiato completamente la dieta?”, “Fino ad un certo punto. So quello che posso mangiare e quanto. Si tratta solo di organizzarsi”. Perciò Raonic, ricapitolando, segue una dieta, prende farmaci quando sta male e sta attento a come dorme. E non soffre neanche di particolari problemi di memoria! Con un abile tranello, cercando di farla passare per una non visione della partita, ci si accerta se il tennista riesce a ricordarla: ”La tua prima di servizio più veloce è stata a 229 mentre la seconda a 235. Non ho visto tutti i punti della partita ma ti ricordi come è avvenuto o quale seconda hai servito così forte?” “Penso fosse sul 40-15. Avevo un po’ di margine per colpire forte”. “Ti è piaciuto?”, “È venuta bene? Stavi guardando?” “Beh sono stato lì per due set…”, “Grazie, lo apprezzo molto”. E perché non fare una domanda spiritosa a Milos? Ma certo, che conferenza stampa sarebbe senza domande divertenti? Ed allora facciamola: “Pensi sia dovuto al cambio generazionale il fatto che tu sia vestito in maniera convenzionale e che Roger indossi una maglietta così particolare?” “Non so se sia una domanda trabocchetto ma non sto ridendo affatto”. Beh, andrà meglio la prossima volta.

E concludiamo, coperte le curiosità fisiche, passando a quelle culturali: “Segui la cultura con molta attenzione. Da poco è venuto a mancare il grande cantautore e poeta Leonard Cohen. Ti era familiare il suo lavoro? Il suo approccio alla vita?”, “Beh non molto la sua letteratura. Sono rimasto sorpreso nello scoprire quanti libri avesse scritto e credo che, come me, molti altri. Ma la sua musica mi è piaciuta per molto tempo anche se non ero del tutto consapevole della sua filosofia. Intendo che mi piaceva quella prospettiva un po’ cupa delle melodie”. Insomma il ragazzo è un ottimo atleta, dotato di ottima memoria, con una fantastica forma fisica, tenuta sapientemente da una dieta quasi costante. Sì soffre un attimo all’adduttore ma dategli tempo, si informerà e risolverà pure questo piccolo problema. Inoltre, conosce Leonard Cohen ed è una persona molto ricercata nelle espressioni, colta e, dopo tutto questo, non ha ricevuto alcun invito!…forse se avesse battuto Nadal, alla conferenza successiva all’incontro, avrebbe guadagnato almeno un complimento pure lui…ma a breve ci sarà Indian Wells e chissà che anche questo notevole tennista non riceva le giuste attenzioni.

Il nostro traduttore è già in sala stampa, aspettatelo!

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