22 febbraio 1983: a Delray Beach Bill Scanlon vince il primo golden set dell’ Era Open

Cosa c'è peggio di un 6-0? Facile, un 6-0 subito senza fare neanche un 15. In era Open uno solo c'è riuscito: non è né Laver, né Borg, nè Federer.

Nel 1983 la copertura televisiva che abbiamo oggi erano ancora molto molto lontana, per non parlare dello streaming, nuova fonte a cui si abbevera l’appassionato di tennis 2.0. Non esiste quindi una prova filmata, ma l’archivio ATP non mente (non sempre almeno…). Al primo turno del WCT Delray Beach del 1983, la testa di serie numero 6 Bill Scanlon batteva Marcos Hocevar 6-2 6-0. Non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che quello 0 non rappresenta solo il numero di game vinti, ma anche quello di punti. Ebbene sì, Hocevar non fu in grado di vincere un solo punto in tutto il parziale: Bill Scanlon aveva messo a segno il primo Golden Set del tennis maschile nell’Era Open. O almeno il primo di cui abbiamo notizia.
Per la precisione l’americano vinse 36 degli ultimi 38 punti dal 3-2 nel primo set. Scanlon sul momento non se ne accorse neanche: ‘Ero troppo concentrato su quello che stavo facendo, ero come in una bolla, non ne avevo idea’ dichiara adesso Bill. Fu l’arbitro al momento della stretta di mano a comunicargli che nel secondo set non aveva perso un singolo 15.
E dire che quella mattina Scanlon aveva avuto un’esperienza del tutto particolare. La Wilson, suo fornitore tecnico, lo incoraggiò a sostituire il suo vecchio attrezzo di legno con un nuovo modello in grafite. Provò ad allenarsi con la nuova racchetta, niente meno che in compagnia di Rod Laver: ‘Stavo giocando talmente male che Rod venne a chiedermi cosa stava succedendo. Ero terrorizzato a morte da queste nuove racchette e sono andato nel panico. Sono corso alla mia macchina per riprendere i miei vecchi attrezzi per il match. Quel giorno sono entrato in campo senza toccare una palla con la vecchia racchetta, ma ciò non mi ha impedito di distruggerlo’.
Il texano era un tipo particolare e la classica mina vagante del circuito, talentuoso, ma anche decisamente bizzoso: poteva lasciare andare partite già vinte o infilare incredibili serie di punti. Aveva sfiorato infatti l’impresa di Delray Beach già nel 1981, quando a Wimbledon lasciò appena due 15 a Victor Pecci nel secondo set di in un partita vinta 7-6 6-0 6-0. Per anni fu anche l’incubo di McEnroe: John soffriva terribilmente il suo gioco e si odiavano anche fuori dal campo, tanto che Scanlon finì per diventare buon amico di Ivan Lendl. Dopo una carriera di tutto rispetto (6 tornei vinti, un’apparizione in Top 10 e una semifinale agli Us Open del 1983), si dedicò all’arte e scrisse un’autobiografia dal titolo: ‘Brutte notizie per McEnroe: Sangue, sudore e rovesci con John, Jimmy, Ilie, Ivan, Bjorn e Vitas’.
La fama di Scanlon però resiste ancora grazie a quel Golden Set. E se tra le donne rimane indelebile, soprattutto per noi italiani, quello inflitto da Yarloslava Shvedova a Sara Errani ai Championships del 2012, a livello maschile il record del texano rimane ancora inviolato. Infatti, per quello strano meccanismo per cui l’ATP non considera a fini statistici i match giocati nelle qualificazioni, il ‘set d’oro’ rifilato da Julian Reister a Tim Puetz nel torneo di quali agli Us Open 2013, lascia ancora a Scanlon e Hocevar un piccolo posto d’onore nella storia del tennis.

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