Novak Djokovic: “Verdasco non sarà intimorito”

Conferenza stampa pre Australian Open, l'intervista a Novak Djokovic.

Negli ultimi mesi del 2016 non sei stato competitivo come avresti voluto, ed ora, dopo l’off-season, ti ritrovi con il titolo a Doha e l’aver battuto Andy Murray: ti senti come prima? Si è trattata di una soluzione veloce, oppure è un processo a cui stai ancora lavorando?
Beh, mi sentivo già pronto a Londra, alle ATP Finals, dove ho giocato molto bene, se rapportato ai tre mesi precedenti. In quel periodo, come si sa, non sono stato in grado di raggiungere il mio miglior livello di tennis. Sai, ho lavorato molto duramente nella pre-season, come del resto tutti gli altri giocatori, cercando di portarmi sul giusto equilibrio mentale e in buona forma fisica.
Non mi sarei mai aspettato un inizio stagione migliore di questo, salvando alcuni match points in semifinale, giocando un grande match con Verdasco, e il giorno dopo, vincendo anche con Andy. Come puoi immaginare, l’entusiasmo, dopo questi primi risultati, si fa sentire.
Arrivo qui a Melbourne con già diversi incontri giocati, dunque sono contento all’idea di poter competere alla grande.

Affronterai nuovamente Verdasco in un primo turno che a molti è piaciuto definire “infernale”. Cosa ne pensi?
Beh, questa volta spero di non dover salvare altri match points…
Fernando è un giocatore completo che come sappiamo, se è in giornata, può battere chiunque e su qualsiasi superficie; come riuscitogli con Nadal l’anno scorso, qui a Melbourne, in quel match di cinque set. Penso che non si spaventerà, immagino, dal dover giocare un primo turno sul centrale; ci ha giocato già in diverse occasioni.
Tutto dipende naturalmente da come mi sentirò io e da come si sentirà lui. Sarà il primo match dell’anno di uno Slam, dunque avremo bisogno di partire subito con la giusta intensità, ma sono convinto che entrambi cercheremo di riuscirci al massimo.

La possibilità di giocare quest’anno potendo ambire al record di 7 Titoli dell’Australian Open, che effetto ti fa?
Sinceramente, una delle ragioni per le quali mi trovo qui è quella di giocare e vincere ogni match che gioco ed, eventualmente, il titolo. Non sono l’unico a sedersi qui con la possibilità di ambire al trofeo.

Ti vedi, in un certo senso, nella stessa posizione in cui ti trovavi tre anni fa, o la tua aura di invincibilità è stata messa per la prima volta in dubbio?
Non sono mai stato invincibile, anche se vi ringrazio del complimento. Nessuno lo è. Non ho mai pensato fra me e me di sentirmi un giocatore superiore agli altri all’interno del campo, anche se naturalmente a volte ero fiducioso, perché stavo vincendo un sacco di match.
Mai sapere cosa ti può succedere in campo se ti senti troppo sicuro di te stesso, per questo non voglio entrare in quel tipo di status. Ho voglia ancora di giocarmi qualsiasi trofeo come chiunque altro giocatore, anche se sto difendendo il titolo. Naturalmente, il fatto che negli ultimi anni, qui a Melbourne, ho fatto benissimo, non può fare altro che emozionarmi ed accresce il mio entusiasmo per affrontare al meglio il torneo.

Una parola sul ritorno di Roger Federer? Cosa ti aspetti da lui?
Mi posso aspettare tutto, come niente. Con Roger, si può assistere al miglior livello e alla miglior qualità di tennis possibili. Lui, con quell’aura del Campione che si porta fuori e dentro al campo, è mancato moltissimo a tutti in questo periodo.

L’anno scorso gli Australian Open, sono stati accompagnati da un vento di polemiche per via di alcuni casi di scommesse che hanno coinvolto questo sport. Tu, dopo dodici anni ad alto livello nel Tour, che idea ti sei fatto?
Noi, generalmente, non vorremmo mai assistere a cose di questo genere, a richieste di match truccati e via dicendo. Ma purtroppo, queste cose a volte accadono: i casi tuttavia, penso che non siano poi molti, in proporzione. Non a tutti è capitato di vivere una situazione del genere, della richiesta di truccare un incontro; quando però viene fuori una notizia di un match truccato, indubbiamente fa scalpore, specialmente per la stampa.
Penso che l’ATP stia facendo un buon lavoro per far diminuire la possibilità che i match vengano truccati, anche se tuttavia, sono stati coinvolti giocatori delle categorie minori, nella maggior parte dei casi.

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