Da Nadal a Federer, un 2016 in caduta libera

Il 2016 ha segnato la scalata in classifica di Andy Murray fino al numero 1. Ma dietro c’è che chi è precipitato: tra acciacchi, infortuni, crisi personali e semplice logorio, ecco le 8 delusioni dell’anno.

Per qualcuno che sale, c’è sempre qualcuno che scende. Il 2016 verrà ricordato per il sorpasso di Andy Murray ai danni di Novak Djokovic, ma anche per le esplosioni di Thiem, Zverev e Pouille. C’è anche chi però questo 2016 vorrà cancellarlo il prima possibile dalla memoria. Chi è sprofondato nel ranking, dopo una stagione in caduta libera.

Rafael Nadal
Ranking fine 2015: 5
Ranking Fine 2016: 9
Miglior risultato slam: Quarto turno, US Open
Vittorie/Sconfitte: 39/14
Tornei vinti: 2

Un nuovo look per un uomo nuovo. Rafa Nadal inizierà il 2017 con dei capelli nuovi (non propriamente naturali) e forse anche con una racchetta nuova. Di certo lo spagnolo non vorrà ripetere il 2016, di gran lunga la sua peggiore stagione in carriera. Sembra passata una vita dall’ultimo Slam di Rafa, invece sono solo due anni. Nel frattempo però infortuni di qualunque genere e una condizione atletica in costante discesa hanno condizionato il rendimento dello spagnolo che quest’anno si è comunque tolto lo sfizio di vincere l’amato torneo di Monte-Carlo per la nona volta. Piedi meno veloci, palla meno pesante, colpi meno precisi e pure testa più vulnerabile hanno però trasformato Nadal in un giocatore di secondo piano, incapace di raggiungere la seconda settimana di uno Slam dal Roland Garros 2015. Ci vorrà tutta la tenacia del maiorchino e un lungo periodo di tempo senza infortuni per rivederlo competitivo.

Tomas Berdych
Ranking fine 2015: 6
Ranking fine 2016: 10
Miglior risultato slam: Semifinale, WIMBLEDON
Vittorie/Sonfitte: 39/20
Tornei Vinti: 1

31 anni, una bella carriera, milioni in banca e una moglie. Tomas Berdych ha tutti i motivi per tirare i remi in barca e accontentarsi di una gran bella vita. Un solo torneo in bacheca, il trascurabile Shenzen, e un unico exploit, la semifinale a Wimbledon, sembrano effettivamente i prodromi all’imbocco della via del tramonto. Scavalcato anche da giovani rampanti che hanno già dimostrato di avere un tennis più vario e completo del suo, il ceco ha mancato anche la qualificazione al Masters dopo sei anni consecutivi. La separazione con lo storico coach Krupa e l’assunzione a sorpresa di Goran Ivanisevic, fanno però presupporre che Berdych non si ancora pronto per la pensione. Magari il croato sarà l’uomo giusto per insegnargli finalmente come si gioca a rete, anche se l’inizio non è stato dei migliori: tre sconfitte alla fine dell’anno con Muller, Granollers e Basilashvili.

David Ferrer
Ranking fine 2015: 7
Ranking fine 2016: 21
Miglior risultato slam: Quarti di finale, Australian Open
Vittorie/Sonfitte: 36/22
Tornei vinti: 0

E arrivò il momento in cui anche David Ferrer esaurì le pile. Tra i giocatori di prima fascia, il valenciano è di sicuro quello che ha avuto il tracollo più evidente. Dopo anni di soddisfazioni straordinarie, ‘Ferru’ ha chiuso il 2016 lontanissimo dalla Top 10 e con 0 tornei in tasca. A 34 anni un naturale quanto repentino declino ha colpito il buon David, il cui fisico sta iniziando a chiedere i conti dopo anni di sforzi sovrumani. Il matrimonio con la storica fidanzata Marta avrà contribuito a farlo rallentare. Difficile pensare ad un suo ritorno ad alti livelli, per Ferrer il meglio della carriera sembra decisamente alle spalle.

Fabio Fognini
Ranking fine 2015: 21
Ranking fine 2016: 49
Miglior risultato slam: Secondo turno, Wimbledon e US Open
Vittorie/Sconfitte: 26/23
Tornei Vinti: 1

A proposito di matrimoni, quello tra Fabio Fognini e Flavia Pennetta è stato quello dell’anno. Si sperava che la saggezza della pugliese riuscisse a calmare i bollenti spiriti di Fabio, che invece continua a perdere la testa troppo di frequente. Certo, la vittoria di Umago e la finale a Mosca sono buoni risultati, ma la classifica – anche al netto di qualche infortunio – recita un impietoso meno 28 rispetto al 2015. Il prestigioso ingaggio del demiurgo di del Potro, Franco Davin, fa però ben sperare per un Fognini motivato e determinato per un 2017 da protagonista.

Andreas Seppi
Ranking fine 2015: 29
Ranking fine 2016: 87
Miglior risultato slam: Terzo turno, Australian Open
Vittorie/Sconfitte: 20/25
Tornei Vinti: 0

Vista la natura schiva del personaggio, il matrimonio di Andreas non poteva certo avere lo stesso risalto di quello di Fabio e Flavia. Nozze celebrate a settembre, dopo una stagione a dir poco opaca. Un solo squillo sull’amata erba (semifinale a Nottingham) e ben 11 sconfitte al primo turno, hanno fatto precipitare Seppi dall’essere testa di serie negli Slam al rischio di uscire dai 100. La colpa però è soprattutto di quel maledetto problema all’anca, che lo ha costretto ad un intervento chirurgico dopo Miami e poi ad una serie di infiltrazioni. Troppo difficile trovare fiducia e continuità con un infortunio del genere. La speranza per il 2017 è di stare bene e provare a togliersi le ultime soddisfazioni di una carriera di tutto rispetto.

Lukas Rosol
Ranking fine 2015: 55
Ranking fine 2016: 113
Miglior risultato Slam: Terzo turno, Australian Open
Vittorie/Sconfitte: 16/24
Tornei Vinti: 0

Una volta Top 30 e spauracchio dei più forti – memorabile la vittoria a Wimbledon 2012 su Nadal – Lukas Rosol sembra aver perso forza, convinzione, insieme a 58 posizioni in classifica. Sfortunato negli Slam (battuto da Wawrinka a Melbourne e Parigi, da Querrey a Wimbledon e da Murray a New York), Rosol è dovuto tornare a giocare nei Challenger, per altro con risultati alquanto scadenti. Il ceco non ha mai goduto di buona fama nel circuito (“Ti odiano tutti” gli sputò in faccia Murray) e il suo declino non provocherà la disperazione di nessuno. Tuttavia, per uno col suo gioco e il suo fisico, sarebbe bastato poco di più per avere una carriera migliore. Carriera che sembra destinata a spegnersi mestamente.

Vasek Pospisil
Ranking fine 2015: 39
Ranking fine 2016: 134
Miglior risultato slam: Secondo turno, US Open
Vittorie/Sconfitte: 10/23
Tornei Vinti: 0

Mentre il suo amico e connazionale Milos Raonic, scalava la classifica, giocava finali Slam e si faceva allenare da John McEnroe, Vasek Pospisil precipitava in una crisi tanto grave quanto inspiegabile. Il canadese, reduce da un biennio di costante miglioramento, ha giocato un 2016 assolutamente disastroso. 15 sconfitte al primo turno e la triste conclusione al Challenger di Bratislava, sconfitto ai quarti da Gombos, sono lo specchio della discesa libera del 26enne di Vernon che ha perso quasi 100 posizioni nel giro di un anno. Gioco ‘american style’, tutto servizio e diritto, Pospisil non è un fenomeno o un predestinato, ma ha dimostrato di poter stare almeno fra i primi trenta ed impensierire anche i più forti (ha comunque battuto Dimitrov e Karlovic a Shanghai). Inevitabile il cambio di panchina a fine anno. Vasek ha dato il benservito allo storico coach Frederick Fontang per assumere il leggendario doppista Mark Woodforde.
Ernests Gulbis
Ranking fine 2015: 81
Ranking fine 2016: 151
Miglior risultato slam: Quarto turno, ROLAND GARROS
Vittorie/Sconfitte: 7/14
Tornei Vinti: 0

Possibile addolorarsi ancora per Gulbis nel 2016? Sì, perché a 28 anni e con Larry Stefanki al suo fianco, è ancora lecito sperare che il lettone, almeno una zampata, nella sua tormentata carriera riesca a piazzarla. Penalizzato anche da un infortunio al polso, Gulbis ha giocato poco e male: solo al Roland Garros ha dato segni di vita, spingendosi fino agli ottavi di finale (grazie anche al ritiro di Tsonga al 3° turno). Ad ogni intervista Ernests si dice convinto di poter tornare in alto. Ce lo auguriamo, perché è uno scempio che uno col suo talento e la sua personalità marcisca fuori dai 100.

SPECIAL GUEST: ROGER FEDERER
Ranking fine 2015: 3
Ranking fine 2016: 16
Miglior risultato slam: Semifinale, Australian Open E Wimbledon
Vittorie/Sconfitte: 21/7
Tornei Vinti: 0
Su sette tornei disputati, quattro semifinali e una finale. Finché è stato in grado di giocare, nel 2016 Roger ha mantenuto un rendimento di alto livello. Poi l’infortunio al ginocchio e stagione finita a luglio. Inevitabile il crollo del ranking, dal numero 3 al numero 16, fuori dalla Top 10 dopo 14 anni consecutivi. Tornerà? Sì, perché Roger è Roger e stando alle sue dichiarazioni e a quelle del suo team, sta bene e non vede l’ora di tornare a giocare. Essere numero 16 però significa avere tabelloni potenzialmente molto più difficili, quindi più fatica nel riconquistare posizioni, quindi più sconfitte, quindi meno punti, in un circolo vizioso che è spesso molto difficile da spezzare. Per lo svizzero saranno fondamentali i primi due tornei dell’anno (Brisbane e Australian Open), in cui difende 870 punti. Dovesse perdere pure quelli, la caduta libera potrebbe considerarsi davvero iniziata.

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