Wimbledon: Serena Williams, lo splendido 22 e la fine di un incubo

Dal nostro inviato a Londra, Luigi Ansaloni

TENNIS WIMBLEDON – Ci eravamo abituati ad una cosa strana, molto strana, dal momento che parliamo della signorina Serena Williams. Ci eravamo abituati a vederla perdere, e forse lei stessa si era abituata a perdere. Inspiegabilmente, incredibilmente, sembrava non riuscisse più a vincere, proprio nel momento più bello, ovvero nelle finali dello slam. Prima la Kerber a Melbourne, poi la Muguruza a Parigi. Ed ora, eccola qui a Wimbledon, nel giardino di casa (ma in quanti possiedono questo giardino? Mah…) ad alzare per la settima volta in carriera il trofeo forse più sentito e desiderato del tennis.

Per lei, quasi un’abitudine. Contro la Kerber, che aveva in qualche modo dato vita all’incubo finali (a quello vero e proprio, a settembre, ci aveva pensato la nostra Robertina Vinci…), Serena Williams si è ripreso tutto con gli interessi, distruggendo la tedesca in una finale che ha avuto tendenzialmente storia nel primo set, in un 7-5 che lasciava presagire una battaglia che non c’è stata. Un’ora e 21 minuti di partita, un 6-3 nel secondo parziale e tanti saluti Angelique, numero due del mondo che quando Serena si toglierà dalle scatole (per le sue avversarie, mai troppo presto), sarà una delle candidate a diventare la Regina del tennis mondiale, anche se a 28 anni non è proprio “di primo pelo”, ma sicuramente potrà dire la sua.

Serena da oggi ha raggiunto un altro mito vivente, quella Steffi Graff a 22 titoli di singolare nello slam. Una enormità, una cosa incredibile. Davanti a lei, a loro, ci sta solo Margaret Smith-Court, a 24.  Ma erano altri tempi, altre generazioni, altro tennis. E pensare che molti anni Serena li ha persi dietro ai suoi problemi, dietro alle sue paturnie, dietro ad un’infanzia mai vissuta, alle finali con la sorella Venus che più di una volta sono sembrate “pilotate” da papà Richard, ormai 74enne, che non si occupa più delle sue bimbe. Serena ha vinto un’Australian Open quando era quasi 100 del mondo, nel 2007, dopo un 2006 passato a non giocare. Sono passati 10 anni ed è ancora qui, a lottare e a vincere, a 35 anni. Ed è ancora la più forte, l’eterna numero uno del tennis mondiale femminile, irraggiungibile e inarrivabile per gli altri. 

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