Wimbledon – Serena Williams-Kerber: non è più il classico 'Davide contro Golia'

TENNIS – Di Diego Barbiani

WIMBLEDON. Serena Williams contro Angelique Kerber. Di nuovo loro. In altri tempi questo incrocio si sarebbe descritto come il più banale dei ‘Davide contro Golia’, eppure adesso verrebbe da dire che qualcosa è cambiato.

Anzitutto, è dal 2006 che in campo femminile non si ripete una stessa finale Slam per più di una volta all’interno dell’anno solare. Quell’anno ci furono Amelié Mauresmo e Justine Henin, sempre tra Australian Open e Wimbledon, sempre con la francese vincitrice. Ora ci sono la statunitense, n.1 del mondo, e la tedesca, che da lunedì prossimo tornerà al n.2. In tutta la carriera fino allo scorso anno, aveva toccato le semifinali solo in una circostanza: 2012, a Wimbledon, dove fu sconfitta da Agnieszka Radwanska. Ora, in 6 mesi, sono state ben 2, entrambe vinte. Soprattutto, l’aver superato anche la prova londinese contro la più anziana delle sorelle Williams fa capire che Kerber vale, e vale tanto, per poterla definire una missione impossibile.

Finale già segnata? No. Serena Williams grande favorita? Può essere. E’ avanti 5-2 nei precedenti, e tolta la finale dell’Australian Open l’unica volta in cui Kerber si era imposta fu a Cincinnati nel 2012, ma non è bene esporsi più di tanto, non dopo aver ripensato a cosa accadde a Melbourne 6 mesi fa, quando la n.1 del mondo sembrava strafavorita ed è stata poi battuta al terzo set (mai prima d’ora aveva perso una finale al parziale decisivo). La tedesca, quella sera, aveva sorpreso tutti partendo senza patire un minimo di tensione e portando a casa la vittoria più bella (finora) della sua carriera.

Cosa può fare, di nuovo, per ripetere quell’impresa? Ha tante armi da poter sfruttare:

  • Servizio: non sarà potente come quello di tante altre giocatrici, ma non è affatto un banale colpo di ‘inizio gioco’. Ha lavorato tanto, nel corso degli anni, ed ora può giocare allo stesso modo il colpo esterno, quello al corpo o verso l’interno. Con tanta rotazione, poi, non sarà molto semplice per Serena aggredire la prima di servizio.

    Diverso il discorso sulla seconda, dove servirà attenzione per non giocare troppo “molle” e farsi aggredire dalla potenza dell’avversaria.

  • Passante: Kerber è forse la migliore al mondo in fatto di passanti. A Melbourne ogni volta che Serena si presentava a rete veniva passata, tanto che con l’andare avanti del match la statunitense aveva sempre più paura ad avvicinarsi a rete non riuscendo a giocare a mente libera.

  • Non perdere campo: Kerber ha una grande capacità, ovvero quella di riuscire a giocare come in difesa ma di mettere comunque tanta pressione all’avversaria. Non perde mai un centimetro dalla linea di fondo, colpisce spesso in controbalzo durante lo scambio e la palla, al di là della rete, torna sempre con un leggero anticipo obbligando l’altra a fare tutto sempre più in fretta, alzando il ritmo e rischiando di andare fuori giri. O di avere lei la chance di chiudere.

  • Angoli stretti: sarà fondamentale per lei domani lavorare tanto ai fianchi Serena. E lei è perfetta per questo, perché non colpisce mai verso il centro del campo. La ‘chela’ mancina le darà una mano sul lato del rovescio di Williams, ma anche e soprattutto di rovescio può giocare colpi strettissimi.

Serena, d’altro canto, con una vittoria raggiungerebbe i 22 Slam di Steffi Graf. Per lei, a parole almeno, questo scoglio non è un problema. Eppure le sensazioni che ha lasciato negli ultimi Slam raccontano un’altra storia. Tolto New York, che è stato importante per un altro motivo al di là del Grande Slam mancato, sia in Australia che a Parigi si è disunita all’ultima curva, dopo tornei condotti in generale senza troppi patemi. C’è stata un’occasione, al Roland Garros, dove sono venute fuori diverse noie: il quarto di finale contro Yulia Putintseva. Quel giorno rischiò tantissimo nel secondo set, andando completamente nel panico nel momento in cui invece doveva tirar fuori gli artigli e far sua la preda che dopo un primo set vinto aveva cominciato a sbandare. E’ come se quella partita contro Roberta Vinci (e qui torniamo al discorso di prima) le avesse lasciato nella testa dei tarli, dei pensieri, e non riuscisse più a dominare l’avversaria da andare lei nel panico. La statunitense ultimamente è sempre stata parecchio emotiva, in campo, e se dovesse ripresentarsi una situazione complicata, ecco che Kerber potrebbe provare ad approfittarne.

Serena avrà bisogno perlopiù di:

  • Servizio: una buona percentuale di prime, meglio ancora se robuste, complicherebbe di molto il compito dell’avversaria.

  • Scambi non superiori ai 5 colpi: contro una giocatrice che va molto di ritmo ha bisogno di trovare soluzioni senza rimanere a scambiare troppo, senza far colpire tante palle all’avversaria, prendendosi anche un rischio ed accettando di poter sbagliare più del dovuto

  • Imprevedibile: variare molto le soluzioni

20 anni dopo l’ultimo successo di Graf a Wimbledon, la grande campionessa sarà una volta di più partecipe su questi campi: o verrà raggiunta da una delle più forti atlete degli ultimi anni, o la sua connazionale, che vede in lei un’enorme fonte di ispirazione, riuscirà a vincere un secondo (e comunque clamoroso) Slam in una stessa stagione per la prima volta dal suo 1996, quando si impose, oltre che a Church Road, allo US Open battendo Monica Seles.

 

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