Stats / Australian Open: ecatombe tra le donne. Italiani mai così male nel 3° millennio

TENNIS – Di Giancarlo Di Leva

Gli Australian Open di quest’anno hanno evidenziato una differenza tra il settore maschile e quello femminile. Nel primo si continuano a consolidare sempre più le posizioni di vertice rispetto alle altre.

I giovani che stentano sempre più ad affermarsi, mentre tra le donne c’è sempre più movimento in virtù di un equilibrio allargato che si alimenta anche con lo sbocciare continuo di giovani campionesse forse “sfrontate” ma anche molto dotate fisicamente e tecnicamente, in grado di farsi largo rapidamente scalando la classifica con ambizioni di vertice più o meno fondate.

La dimostrazione è data esaminando la presenza delle teste di serie al 3° turno dei due tornei di singolare nei quali si registrano due record contrastanti tra loro, che trovano conferma anche alla fine degli ottavi di finale: il numero di teste di serie approdate nei rispettivi tabelloni al 3° turno e agli ottavi sono state, dal 2006, le seguenti:

 

Quest’anno solo quattordici tra le donne al 3° turno, record assoluto per gli Slam e otto tra le prime sedici agli ottavi, mentre in campo maschile ben venticinque hanno passato indenni i primi turni (altro record storico che eguaglia Wimbledon 2009) e ben tredici delle prime sedici sono approdate agli ottavi risultato secondo solo a quello del 2007.

Gli unici a cadere contro pronostico, tra i primi sedici del seeding, sono stati Kevin Anderson (n.11) e Rafael Nadal (n.5) al primo turno e Marin Cilic (n.13) al 2° turno. In campo femminile, prima degli ottavi, sono cadute contro pronostico: Simona Halep (n.2), Venus Williams (n.8) e Caroline Wozniacki (10) al 1° turno, Petra Kvitova (n.6) e Timea Bacsinszky (n.11) al 2° turno, Garbine Muguruza (n.3), Karolina Pliskova (n.9), e Roberta Vinci (n.13) al 3°turno.

La varietà che caratterizza il settore femminile trova riscontro anche nel numero di tenniste che per la prima volta hanno raggiunto gli ottavi di finale di uno Slam: sono state ben cinque ed hanno tutte ventuno anni. Queste sono: Anna Lena Friedsam ed Annicka Beck (Germania), Daria Gavrilova (Australia), Margarita Gasparyan (Russia), Shuai Zhang (Cina), mentre tra i maschi l’unica novità è rappresentata dal russo Andrey Kuznetsov che di anni ne farà 25 il prossimo mese.

Dall’altra parte ci sono ben sette over-30 tra i primi sedici in campo maschile, mentre l’unica tennista “datata” tra le sedici in campo femminile è la regina Serena Williams che, a dispetto dei timori che serpeggiavano alla vigilia, sembra in grado di difendere la sua leadership anche se dall’altra parte del tabellone c’è una Victoria Azarenka in gran forma che in tre turni ha lascato alle avversarie soltanto cinque game.

Capitolo italiani:

Era nell’aria, sulla scia dei risultati ottenuti nelle prime due settimane dell’anno e dei risultati delle qualificazioni nel tabellone maschile (3 vittorie e 10 sconfitte) che per gli azzurri il primo Slam dell’anno, sarebbe stato un torneo avaro di soddisfazioni. I tennisti azzurri, nel complesso, sono scesi in campo tredici volte, portando a casa solo cinque successi con otto tennisti: mai così male nel terzo millennio.

Il colpo di grazia è poi arrivato dalla coppia di doppio Simone Bolelli e Fabio Fognini, che difendevano il titolo conquistato lo scorso anno e che sono stati eliminati al secondo turno dal duo inedito Adrian Mannarino e Lucas Pouille.

Se la Vinci non si fosse fatta sorprendere al 3° turno dalla giovane Friedsam, raggiungendo di conseguenza per la prima volta gli ottavi nel torneo (mettendo anche punti preziosi in cascina ai fini della rincorsa alle topo 10), forse non staremmo a raccontare un’avventura così negativa degli azzurri, ma ciò non avrebbe cambiato la prospettiva del nostro tennis: per le donne, con l’uscita di scena di Flavia Pennetta e di Francesca Schiavone, unita alla totale mancanza di ricambi dalle retrovie, si profila un declino che sarà difficile arrestare.

Roberta Vinci è comunque agli sgoccioli della carriera e la sconfitta da Friedsam potrebbe scalfire la sicurezza mostrata in campo a seguito della storica vittoria su Serena Williams;

Sara Errani è in crisi di fiducia e ha un gioco che, come detto altre volte, diventa sempre più penalizzanti di fronte alle avversarie.

Camila Giorgi continua ad avere un rendimento troppo altalenante. Granitica nelle sue convinzioni, non sembra orientata a cambiare niente di un gioco che è tanto esplosivo quanto poco appagante in termini di risultati, specie contro le più forti che ormai la conoscono molto bene e hanno trovato le giuste contromisure. Non a caso il bilancio nei confronti delle top-10 che fino al 2014 era stato positivo (5-3) successivamente è diventato molto negativo (1-5).

In campo maschile, se il trentunenne Andreas Seppi ha fatto il suo dovere fino in fondo rispettando il pronostico nei primi due turni e riuscendo poi ad ottenere due set point ed a tenere in campo Novak Djokovic per due ore e ventuno minuti, gli altri quattro tennisti presenti in tabellone non hanno lasciato segni tangibili, compreso Fabio Fognini che abbiamo rivisto in versione “bad boy”.

Speriamo che la Coppa Davis aiuti i nostri ragazzi a ritrovare smalto ed entusiasmo così come avvenuto altre volte in passato.

 

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