Australian Open: l'Italtennis conta i 'superstiti', dopo il primo turno ne restano solo tre

TENNIS – MELBOURNE. Di Gianluca Atlante – Contiamo i superstiti. Ahinoi, possiamo fare soltanto questo. Poi, magari, ci diranno che ci siamo posizionati sul trespolo di turno, vestendo i panni del più incallito dei gufi, ma la verità è che questi Australian Open, prima prova dello Slam, numeri alla mano (e con quelli non si scherza) ci stanno regalando soltanto delusioni.

In campo maschile c’eravamo attrezzati, in origine, con dieci giocatori iscritti nelle “quali”. Pronti, via, ne abbiamo subito persi sette (Luca Vanni, Gianluca Naso, Federico Gaio, Salvatore Caruso, Alessandro Giannessi, Andrea Arnaboldi e Roberto Marcora), poco dopo altri tre (Matteo Donati, Thomas Fabbiano e Lorenzo Giustino). In tabellone, poi, tanto per non farci mancare nulla, Paolo Lorenzi e Marco Cecchinato il primo giorno, Fabio Fognini alle prime luci dell’alba di oggi, sono usciti di scena, lasciando un testimone pesante, oseremo dire pesantissimo, ad Andreas Seppi e Simone Bolelli. Lorenzi e Cecchinato erano chiusi dal promostico contro Dimitrov e Mahut, ma Fabio Fognini, non solo è riuscito ad andare per quattro volte al tie break contro Gilles Muller, ma a perderne tre, di cui il quarto senza nemmeno provarci, forse. Il solito Fognini, se vogliamo, in odore di matrimonio con la dolce Flavia Pennetta, ma preda come al solito dei suoi stati umorali. I tie break, proprio perché tali, vanno giocati con il coltello tra i denti e non c’è sembrato che il tennista di Arma di Taggia, eccezion fatta per il secondo e terzo, lo abbia fatto.

In campo femminile, ci resta la sola Roberta Vinci, che il suo vuole continuare a farlo, in quella che sarà l’ultima stagione con il borsone in spalla. Il resto, come disse Pieraccioni ne “I Laureati”, fa volume. Passi la sconfitta, peraltro onorevole, di Camila Giorgi contro Serena Williams, ma quella di Sara Errani è di quelle che fanno male, molto male. Anche perché la russa Gasparyan, che abbiamo conosciuto, nostro malgrado, solo per l’occasione, non c’è sembrata un fulmine di guerra, a maggior ragione dopo il 6/1 iniziale per l’azzurra.

Due uomini ed una donna al secondo turno. Al di là delle attenuanti e di un sorteggio che non è stato proprio così benevolo, ci sembra davvero poco. Per chi, soltanto tre mesi e mezzo fa, festeggiava una finale Slam tutta sua. Colpa del caldo australiano? Proviamole tutti, ma è dura convincere i numeri a cambiare itinerario che non sia quello della giustificata delusione.

 

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