US Open / Ad Halep un match palpitante: Azarenka deve arrendersi, ora Pennetta in semifinale!

TENNIS – Di Diego Barbiani

NEW YORK. Palpitante, appassionante. Sono questi i primi aggettivi che vengono in mente per descrivere il match tra Simona Halep e Victoria Azarenka, durato poco meno di tre di gioco e conclusosi con la rumena a braccia al cielo. 

La testa di serie n.2 è in semifinale grazie alla vittoria per 6-3 4-6 6-4 su una bielorussa che esce dal torneo distrutta e sconsolata, ma che col passare delle ore e dopo aver smaltito la delusione potrà trovare conforto nell’aver gettato tutto quello che aveva al di là della rete. Semplicemente, la sua avversaria si è rivelata perfetta in (quasi) tutti i momenti dell’incontro.

L’unico neo a caratterizzare il match di Halep sono le tante palle break avute (25 in totale) e solo un quinto sfruttate. Alla fine però ha di che sorridere, perché le difficoltà mostrate contro Sabine Lisicki al turno prima sono sparite ed il suo tennis è tornato ad essere impeccabile, con le sue improvvise accelerazioni in lungolinea che lasciavano Azarenka immobile.

La bielorussa per tutto il primo parziale ha fatto tanta fatica. Un po’ gli errori, un po’ la profondità demoralizzante della sua avversaria quando provava ad attaccare e nel giro di qualche game si ritrovava come chi non sapesse più cosa fare per ottenere un punto. Ad inizio del secondo, poi, è uscita fuori tutta la sua grinta. Con questo fanno quattro Slam su quattro giocati in stagione, a differenza dello scorso anno, però sentiva che questo non poteva bastare. In un anno non è mai riuscita a raggiungere le semifinali, sempre vittima di sorteggi terribili e difficoltà nei primi tempi a ritrovare la condizione ed a superare l’impatto della separazione da Sam Sumyk. Con Wim Fissette ora sembra esserci grande coesione, ulteriore motivo per cercare uno step in più anche in campo, battere una top-3 come non le accade ormai da due anni e tornare in semifinale in uno Slam per la prima volta dallo US Open 2013.

Era diventata una belva inferocita, pronta ad azzannare la prima palla un po’ corta. Halep ha avuto in questa fase centrale qualche problema, non completando la rimonta da 2-5 cedendo la battuta sul 4-5. Il terzo set, poi, è stato di livello assoluto. Entrambe a giocare scambi ‘alla morte’, un’intensità molto elevata e tantissimi vincenti. Azarenka avrebbe voluto la vittoria per sé, per dare un senso alla sua stagione, per darsi una carica pazzesca in vista del futuro. Halep poteva far valere le stesse motivazioni: in Australia fu cancellata da Ekaterina Makarova ai quarti, al Roland Garros da Mirjana Lucic Baroni al secondo turno ed a Wimbledon addirittura da Jana Cepelova al primo.

C’era tanto furore agonistico in ogni quindici e neppure la pioggia, che ha disturbato lo spettacolo per un’oretta, ha rallentato questo impeto. Al rientro in campo, hanno continuato a giocare sugli stessi livelli di prima, come se nulla fosse successo. Il break decisivo in favore della rumena è giunto sul 3-3, in un game con due accelerazioni in lungolinea da strofinarsi gli occhi. Tanti applausi alla fine, solo una stretta di mano un po’ fredda (sabato la stessa Azarenka con Angelique Kerber ha dato vita ad un abbraccio lungo e spontaneo dopo altre tre ore di spettacolo) da cui traspariva la delusione della bielorussa, costretta ad uscire dal campo ancora una volta con la sensazione viva e forte di essere al livello delle prime 3 del mondo, ma di dover lavorare duramente per arrivare lassù. Sarà questione di tempo, ci vorrà pazienza, ma continuando a questi livelli prima o poi dovrà accadere. Quanto ad Halep, invece, è tempo di riposare. Domani contro Flavia Pennetta si giocherà l’accesso alla prima finale a New York, la seconda in assoluto in un torneo dello Slam.

 

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