Stats, US Open / Italia, ottimo bilancio di squadra. Nel femminile strage di teste di serie: solo 4 su 16 agli ottavi

TENNIS – Di Giancarlo Di Leva

Gli ottavi di finale nei tornei Slam oltre a dividere rappresentano lo spartiacque tra chi ha giocato un buon torneo e chi invece entrerà negli annuari del tennis (conquistando peraltro punti pesanti e tanti soldi).

Gli Us Open continuano a sorridere agli italiani che per il 5° anno consecutivo chiuderanno il torneo con un bilancio di squadra positivo. Tre azzurri negli ottavi (Fabio Fognini, Roberta Vinci e Flavia Pennetta) ripetono il risultato del 2013 ottenuto allora solo con le donne (Camila Giorgi e le stesse Pennetta e Vinci) mentre una presenza in campo maschile negli ottavi non si registrava dal 2005 con Sanguinetti che seppe vendere cara la pelle anche nel turno successivo contro l’argentino David Nalbadian.

Peccato per Fognini che non ne aveva più contro Feliciano Lopez a cui ha ceduto nettamente (battere Rafael Nadal è diventato un portafortuna?) mentre fortunata Vinci che passa ai quarti senza giocare essendosi ritirata Eugenie Bouchard con cui avrebbe comunque avuto molte chance anche sul campo specie dopo il recente ed eloquente precedente di New Haven in cui la canadese uscì dal campo tramortita (6/0 6/1 per la tarantina). Oggi giocherà la Pennetta contro Samantha Stosur con i precedenti tutti a favore dell’azzurra (5-0). Non è ancora finita quindi, ma come detto, con i 15 match vinti finora (contro 9 sconfitte) la performance finale non potrà essere inferiore al 57,3% che assicura la continuazione di una striscia positiva che dura dal 2011.

 

 

UOMINI

 

 

 

 

DONNE

 

 

 

TOTALI

 

ANNO

W

L

TOT.

%

W

L

TOT.

%

W

L

TOT.

%

2011

3

5

8

37,50

10

7

17

58,82

13

12

25

52,00

2012

3

5

8

37,50

9

5

14

64,29

12

10

22

54,55

2013

2

5

7

28,57

15

6

21

71,43

17

11

28

60,71

2014

4

4

8

50,00

10

6

16

62,50

14

10

24

58,33

2015

5

5

10

50,00

10

4

14

71,43

15

9

24

62,50

 

Il dato del 2015 è provvisorio.

La vittoria al 3° turno di Fognini contro Nadal (3° su 4 quest’anno) è prestigiosa soprattutto per come è arrivata. Per la seconda volta in carriera lo spagnolo capitola sulla distanza dei 5 set dopo aver incamerato i primi 2 (e nello specifico essere stato in vantaggio di un break nel terzo). L’unico precedente risaliva al 2005 quando, a 18 anni, perse la finale di Miami per mano di Roger Federer (2/6 6/7 7/6 6/3 6/1) lasciando presagire quanto sarebbe stata ingombrante la sua presenza per il campione svizzero nel decennio che ne è seguito. Fabi
o ha raggiunto così per la prima volta gli ottavi di finale a New York mentre Nadal per la prima volta dopo 10 anni chiude la stagione senza vittorie di almeno uno Slam e lunedì sarà n.7 del ranking, peggior risultato al termine degli Us Open dal 2004 .

Mentre in campo maschile vi è stata una grande regolarità di risultati tanto da avere 26 teste di serie (su 32) al terzo turno (record del torneo da quando ci sono 32 tds) e 9 delle prime 16 negli ottavi, tra le donne viceversa si registra in campo femminile uno sconvolgimento delle gerarchie: sole 4 tra le prime 16 teste di serie sono negli ottavi, record negativo assoluto nei tornei dello Slam.

In particolare la parte alta del tabellone dove c’è Serena Williams (n.1) che punta a realizzare il Grande Slam si è sguarnita delle maggiori favorite: dopo Maria Sharapova costretta per infortunio a farsi da parte prima di cominciare (sarebbe stata n.3) sono uscite in successione Ana Ivanovic (n.7), Karolina Pliskova (n.8) e Belinda Bencic (n.12) ed ora anche Ekaterina Makarova (n.13) per mano di Kristina Mladenovic. Nella parte bassa sono sopravvissute Simona Halep, seconda favorita e Petra Kvitova (n.5) cui si aggiunge l’incognita Victoria Azarenka protagonista del match più avvincente fin qui disputato nel torneo contro l’indomita Angelique Kerber. E’ da una di loro che Serena dovrà guardarsi per entrare definitivamente nella storia del tennis.

E veniamo al tanto atteso ricambio generazionale nel tennis maschile, tema attuale dal momento che nel main draw maschile c’erano ben 10 tennisti under 20 (record dal 1990).

Non sono mancate prestazioni lusinghiere (è piaciuto in particolare il russo Rublev nell’incontro perso contro il sudafricano Anderson n.14 del mondo) ma è anche vero che questi 10 “predestinati” (cui si aggiunge Kyrgios appena uscito dalla categoria) hanno vinto solo 2 partite per opera degli asiatici Yoshihito Nishioka (vincente sull’anziano Paul Henry Mathieu in 5 set) e Yeong Chung impostosi autorevolmente sull’australiano James Duckworth e difesosi onorevolmente con Wawrinka (0-3 ma con tre tie break). L’impressione generale è che per vederli competere ad alto livello ci sia ancora da aspettare e che nessuno manifesti chiaramente di avere le stimmate del campionissimo. Sembra segnare il passo anche la generazione precedente dei “teen”. I vari Grigo Dimitrov, Jiri Vesely e Dominic Thiem (classe 90-94) stentano a fare il salto di qualità come confermano anche i risultati dello Slam americano dove il tennista più giovane tra i 16 approdati agli ottavi è l’americano Donald Young altro campione mancato, anni 26 e n.68 del mondo. Teniamoci quindi stretti i campionissimi datati “80” garanzia di classe e spettacolo.

 

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