Wimbledon – Keys e Vandeweghe: non di sole Williams vivono gli Stati Uniti

TENNIS – Di Diego Barbiani

WIMBLEDON. Sul Centre Court Serena Williams e Venus Williams hanno catalizzato l’attenzione di media, tifosi e semplici appassionati. Una sfida tra due sorelle che hanno fatto, e continuano, a scrivere la storia del tennis.

E’ dai campi secondari, però, che sono arrivate le prime belle notizie per gli statunitensi: Coco Vandeweghe e Madison Keys sono approdate ai quarti di finale. Contando anche Serena, gli americani possono vantare tre rappresentati ai quarti di finale. Alla faccia di chi va avanti con la favoletta che quando le Williams si ritireranno il tennis femminile statunitense rischia un periodo di crisi. Proprio Keys, allo scorso US Open, disse: “Siamo in grande ripresa, siamo tra i paesi con più top-100. Non è giusto fare paragoni con Serena Williams, una delle più forti di sempre. Non ci si può paragonare a lei, non avrà un’erede. Ci sono tante giocatrici che danno il meglio ma non ci viene dato il giusto credito. Ci vuole un po’ di pazienza, c’è stato un momento di crisi ma oggi le cose vanno meglio. Credo che tra 5 anni ci sarà un ottimo gruppo di americane”. Infatti si aiutano, si cercano e sono molto amiche tra loro, una base ottima per continuare a lavorare. Chiedetelo a Shelby Rogers, che lo scorso anno tra luglio ed agosto ha ottenuto una finale a Bad Gastein. A Montreal aveva appena battuto Eugenie Bouchard quando alla notizia che una sua connazionale aveva sconfitto Svetlana Kuznetsova ha esultato. “Noi statunitensi ci vogliamo davvero bene, siamo molto legate e ci supportiamo a vicenda, è un gruppo di ragazze splendido”.

Vandeweghe e Keys sono al momento le due giocatrici che stanno esprimendo, da un anno e mezzo a questa parte, il tennis migliore. Sono molto simili sia fisicamente che tecnicamente, con Madison che ha forse qualcosa in più dal lato del rovescio.

Qualcuno ricorderà Vandeweghe per aver preso parte alla truppa a stelle e strisce che affrontò l’Italia nella finale del 2010 a San Diego. Aveva diciotto anni, la giovane Coco, e gli occhi di tutti addosso. In più un carattere non facile da gestire, ancora alla ricerca di un certo equilibrio sia nel gioco che nel proprio spirito. “Qualche anno fa ero viziata, adesso però sono cambiata” ha ammesso quest anno in Australia dopo aver raggiunto per la prima volta il terzo turno in uno Slam. Vederla in campo rende bene l’idea di questo suo nuovo modo di essere: prima non poteva sopportare il minimo errore che si infuriava con se stessa, ora ha capito che essere così duri non serve a molto e tanto vale allora buttarsi tutto alle spalle facendoci anche una risata sopra perché tanto, soprattutto nel tennis, hai sempre un’occasione per rifarti.

Nata nel 1991 a New York, proviene da una famiglia che vive di sport: sua mamma Tauna ha partecipato alle olimpiadi del 1976 come nuotatrice per diventare poi una pallavolista, stesso destino intrapreso poi dal fratello Beau, poi il nonno e lo zio, entrambi cestisti a livello NBA. Il suo primo momento d’oro è giunto nel 2012 a Standford, quando da ripescata fu fermata solo da Serena Williams in finale. Mancava continuità, mancava la giusta attitudine, condannata sempre da un carattere complicato che la portava a non voler impegnarsi in maniera concreta per crescere.

A segnare un taglio netto con il passato è stato il torneo di S’Hertogebosch dello scorso anno, quando ha infilato sette vittorie e si è aggiudicata il primo titolo della sua carriera. Lì si è avuta la percezione di una giocatrice che era riuscita a maturare, a fare uno scatto in avanti importante. Mai un gesto negativo verso se stessa, mai la voglia di eccedere quando invece tutto stava filando per il verso giusto. Guarda caso, poi, quello stesso sabato al di là del canale della Manica, anche Keys conquistava il primo titolo della carriera superando Angelique Kerber.

In poco più di un anno Coco è passata dal n.243 del mondo ai margini delle prime 30, con un torneo di Wimbledon fino ad ora eccezionale dove ha raccolto gli scalpi di Karolina Pliskova (n.11 del mondo), Samantha Stosur (n.22) e Lucie Safarova (n.6). In particolare contro la ceca, oggi, ha tirato fuori dal cilindro una prova perfetta, vincendo con due tie-break e dimostrando anche una buona dose di umiltà quando nel primo set ha ripreso un break di ritardo all’ultima occasione disponibile e non sciogliendosi nel secondo quando ha subito la rimonta dell’avversaria fino ad arrivare a due punti dal perdere il set. Ora il centrale, ora Maria Sharapova. Forse il suo torneo da sogno è giunto al capolinea, ma non ditelo troppo forte altrimenti Coco si sveglierà.

Diverso invece il discorso per la connazionale Keys, che già ad inizio anno aveva sorpreso tutti con la semifinale raggiunta a Melbourne. Quattro anni più giovane di Coco, a 14 anni vinse la prima partita in un tabellone Wta nel defunto torneo di Ponte Vedra Beach superando Alla Kudryavtseva (allora n.81 del mondo) e pochi mesi dopo batté Serena Williams nel campionato a squadre statunitense. E’ guidata dalla campionessa Lindsay Davenport, che ne è rimasta folgorata a fine stagione. La statunitense all’inizio non voleva staccarsi dalla propria famiglia dovendo crescere quattro figli, ma dopo aver visto Madison ne è rimasta folgorata ed ha deciso di seguirla e di trasmetterle tutto quanto ha appreso durante la sua carriera.

Rispetto a Coco ha sempre avuto un carattere migliore. E’ considerata tra le giocatrici più simpatiche del circuito. A 18 anni, però, già le chiedevano come mai non avesse ancora vinto uno Slam. Per aiutarla, Davenport sta cercando di tenerla lontano da tutto ciò, dandole consigli utili per il futuro senza considerare il presente e quanto accade attorno alla sua pupilla. Chris Evert e John McEnroe la vedono come possibile vincitrice di questa edizione di Wimbledon, in barba a tutto queste parole. Chissà se Madison avrà imparato a gestire i momenti in cui la tensione, che in diversi momenti le ha giocato un brutto colpo, potrà riaffiorare. A Church Road, intanto, ha l’opportunità per la seconda semifinale Slam della stagione contro Agnieszka Radwanska. Oggi, intanto, una vittoria molto importante su Olga Govortsova in una partita che doveva vincere perché grande favorita, eppure si era trovata sotto di un set e con qualche difficoltà nel secondo ad ingranare. Alla fine ha chiuso 3-6 6-4 6-1, domani sarà di nuovo in campo per cercare un nuovo piccolo capolavoro.

Non di sole Williams vivono gli statunitensi. Sarà impossibile ripetere quanto fatto dalle due sorelle, ma queste ragazze hanno capito qual è la loro strada e tutte insieme vogliono affrontarla.

 

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