L’Atlante degli italiani / L'unica scommessa vincente è Giorgi, se saprà battere le più “piccole"

TENNIS – Di Gianluca Atlante

Non è mai stata nostra abitudine puntare l’indice accusatorio su questa o quella persona, non vuole essere nel nostro stile. Una cosa, però, è certa: dalla Procura di Cremona, sembrano non scherzare.

Si vuole, insomma, andare sino in fondo a questo discorso delle scommesse che, purtroppo, dopo il calcio sembra aver coinvolto anche il nostro tennis. La Federazione, nella persona del suo presidente, si è dichiarata parte lesa, chiedendo di fatto gli atti alla Procura.

Tutto giusto, per carità, ma al momento si parla solo di intercettazioni telefoniche e, sinceramente, lo scenario è un po’ come quel negozio di Svarovski al momento dell’entrata di un elefante: c’è il rischio fondato di fare dei danni irreparabili. Ci limitiamo, dunque, a prendere atto di quanto sta accadendo anche e soprattutto delle stesse dichiarazioni delle persone chiamate in causa, sperando, per il bene del nostro tennis, che tutto si risolva nel migliore dei modi., anche se le nubi che si addensano sul capo del nostro amato sport, sinceramente, sembrano nere e cariche di pioggia pesante.

Detto questo, torniamo a concentrarci sul tennis giocato e sull’occasione mancata di quella Camila Giorgi che, al momento, è un po’ croce e delizia del nostro tennis in “gonnella”. Dopo la finale di Linz e l’avvio al fulmicotone di Mosca con la vittoria su Flavia Pennetta, avevamo cullato il sogno che, finalmente, la continuità di rendimento potesse appartenerle. Camila, invece, è scivolata sul più bello anche per via di una stanchezza derivata dalla fatica di otto match in dieci giorni in due stati diversi e due fusi orari diversi. Un dato però risalta: quando le partite è chiamata a vincerle per forza, le cose per lei si complicano. Morale della favola: la Giorgi non ha problemi a rispedire al mittente chi, sulla carta, è più accreditata di lei. Lo ha fatto e lo farà ancora. E’ quella famosa prova del nove che finisce per tradirla. E’ successo anche a Mosca, dove nei quarti di finale si è arresa dopo tre ore e tre minuti di battaglia alla ceca classe ’96 Katerina Siniakova, numero 128 della classifica mondiale. L’occasione del torneo russo, dopo la vittoria nel derby contro la Pennetta, poteva essere di quelle d’oro, anche se la semifinale contro la Pavlyuchenkova, numero sei del tabellone, sarebbe stata tutto tranne che una passeggiata di salute. Ma, in considerazione di quanto affermato prima, con l’attitudine della marchigiana a giocare il suo miglior tennis proprio contro giocatrici di spessore le speranze di poterla vederla di nuovo in finale in un Wta a distanza di una settimana da Linz erano concrete.

Tutto ciò è svanito al cospetto di una illustre sconosciuta o quasi, lasciando a noi l’amaro in bocca per l’ennesima occasione mancata. Utile, in una settimana terribile, ad allontanare, anche se soltanto per un attimo, le nubi minacciose cariche di pioggia e figlie di una storia che non avremmo mai voluto leggere.

Dalla stessa categoria