US Open – Federer, rimonta da urlo: annulla due match point a Monfils, è in semifinale!

TENNIS – US OPEN – DI DIEGO BARBIANI – Splendida rimonta di Roger Federer, costretto a sudare per cinque set contro Gael Monfils. Si riscopre leone l’elvetico, che con classe e rabbia ha risolto a suo favore una partita complicatissima. 4-6 3-6 6-4 7-5 6-2 il punteggio finale in favore del n.3 del mondo che torna in semifinale a New York dal 2011. Tra lui e la finale ora ci sarà l’altro out-sider della parte bassa, Marin Cilic.

33 anni e sentirsi ancora il fuoco ardere dentro. Questo è stato, molto sinteticamente, il riassunto dell’altalena di emozioni che ha vissuto Roger Federer durante i cinque set disputati contro Monfils. Una partita palpitante, uno svizzero molto nervoso per quattro set che ha più volte esternato le proprie emozioni. Viveva per ogni punto, anche quando nei primi due set non riusciva a giocare un dritto da tre quarti campo o si intestardiva a fare palle corte su cui il francese, come un gatto, si fiondava sulla pallina e trovava il modo di fregare il rivale.

Era una situazione molto pericolosa. Il forte vento e la mancanza di sicurezza nei colpi l’avevano portato ad un livello di nervosismo ai limiti dell’implosione. Stava rischiando il corto circuito mentale, colpa di un Monfils che con qualche accorgimento tattico rispetto al passato aveva preso una posizione di grande predominio. I due passi più verso il campo a partire dalla risposta gli permettevano di essere mortifero con le proprie accelerazioni e di mantenere una costante pressione su Federer, in continua lotta con sé stesso.

Così per due set è stato uno show di Monfils, maestro in queste circostanze ad estrarre il meglio di sé. Vinto il primo set 6-4, nel secondo due break gli avevano consegnato il 6-3 che lo portava ad un solo set dal completare il grande capolavoro. Nei tre precedenti contro lo svizzero a livello di Slam mai era arrivato tanto avanti ed avrà sognato la rivincita di quando, sei anni prima, l’allora n.1 del mondo gli aveva negato la gioia della finale al Roland Garros. Da allora Gael non ha più toccato quel livello, sempre vittima di tanti alti e bassi più o meno prolungati che lo hanno reso una vera mina vagante ma mai qualcuno su cui si punterebbero due soldi per la vincita di un grande torneo.

Questa volta però i presupposti per il grande colpo c’erano tutti, a cominciare da un ultimo mese del francese a livelli super ed una solidità a New York che faceva spalancare gli occhi con quattro partite vinte senza cedere un set. Tutti questi pensieri devono aver occupato la testa del transalpino al momento in cui si è seduto al proprio angolo in vantaggio di due set, sul centrale di New York, contro il tennista a cui, alla vigilia, aveva rivolto queste parole: «Ai miei figli, un giorno, racconterò di aver giocato contro Roger Federer». 

Dall’altra parte c’era il campione ferito ed incazzato. Non gli stava riuscendo nulla ed era ad un passo dal tornare a casa. Alla ripresa del gioco è arrivata la prima vera reazione ed il terzo set è stato suo, tra urla, racchettate contro la rete e tentativi di scuotersi, ma è stato nel quarto set che il livello di gioco ha raggiunto i picchi migliori. Monfils cominciava a pagare le fatiche di tre set giocati al massimo livello, continui incoraggiamenti dispendiosi a livello nervoso e la consapevolezza di non dover sbagliare nulla. Nonostante questo Federer era ancora imperfetto e nonostante un primo break si è fatto raggiungere. La prima di servizio l’aveva abbandonato e così anche sul 4-5 quando ha servito per salvare il match.

Pronti via, e dopo un gioiello a rete sono arrivati tre punti consecutivi. Sul 15-40 ha resistito, è risalito con due attacchi coraggiosi e sull’errore che ha portato il punteggio sul 5-5 il pubblico è esploso in una standing-ovation. Monfils intanto aveva acceso la spia della riserva ed ha pagato carissimo l’occasione persa con due doppi falli consecutivi che hanno poi portato il punteggio sul due set pari.

Il quinto ha vissuto su un equilibrio instabile fino al doppio break dello svizzero, che ha coronato la sua fantastica serata con un’esultanza esagerata, trascinato da tutte le emozioni che aveva in corpo. Ha sfogato il nervoso è esploso di gioia, ha urlato tutta la sua ferocia. Federer c’è, una volta di più. Ed è più affamato che mai, ora che a 33 anni ha imparato a godersi al massimo ogni momento in campo.

Dalla stessa categoria