Wimbledon: Federer, la vendetta contro Robredo è servita al servizio

TENNIS – WIMBLEDON – DI FEDERICO PARODI – Roger Federer approda ai quarti di finale con l’ennesima prova maiuscola. 61 64 64 su quel Tommy Robredo che l’aveva clamorosamente battuto negli ottavi di finale degli ultimi US Open. Impressionante lo svizzero al servizio, soprattutto nel secondo set: 20 punti conquistati su 20!

Roger Federer supera Tommy Robredo 6-1 6-4 6-4 e riscatta la brutta sconfitta con lo spagnolo dello Us Open 2013. Domani giocherà il suo dodicesimo quarto di finale a Wimbledon: Ora la sfida con il connazionale Wawrinka.

Fino a non molto tempo fa, quando Tommy Robredo incrociava le racchette con il quasi coetaneo Roger Federer, si sapeva già come sarebbe andata a finire. Magari era difficile ipotizzare il perfetto andamento del match, magari lo spagnolo riusciva a rifugiarsi in un tie-break, a raccattare un insperato set. Ma, alla fine, il vincitore era già scritto e non poteva che essere l’elvetico. Troppa la differenza di velocità di braccio e pesantezza di palla, quasi sacrilego il paragone tra la varietà del tennis dello svizzero e la strategia monotematica dello spagnolo che, pur avendo migliorato nel corso degli anni il servizio e il rovescio, resta un giocatore che fa affidamento al solo diritto e poco più.

L’impietoso score nei confronti diretti era di 10 a 0 per Federer (24 set a 3). Era appunto, perché nell’ultimo match giocato dai due, a Flushing Meadows, lo scorso settembre, Federer è incappato in una delle più sorprendenti sconfitte della carriera (6-7 3-6 4-6), forse seconda al solo ko contro Stakhovsky a Wimbledon di qualche mese prima. La ciliegina finale su un annus horribilis per l’ex numero uno, che al termine di quell’incontro espresse tutta la propria delusione per le tantissime occasioni non sfruttate. «Senza nulla togliere a Robredo, oggi credo di aver giocato male io. Lui non ha fatto nulla di diverso rispetto ai nostri confronti precedenti», disse in conferenza stampa un Federer scuro in volto come non mai.

A 10 mesi di distanza, Federer si è ritrovato di fronte lo spagnolo nel giardino di casa, in un match che è stato un’ulteriore conferma della sua ritrovata condizione psicofisica. Dopo 3 iniziali chance di break non sfruttate, che per un attimo hanno riportato alla mante le infinite palle break mancate dallo svizzero sul cemento di New York, il campione di Basilea ha subito preso il largo, mettendo le cose in chiaro su chi fosse il vero padrone di casa. Il ritmo a cui ha veleggiato lo svizzero è stato per larghi tratti insostenibile per il catalano, incapace persino di tenere gli scambi prolungati da fondo, suo abituale terreno di conquista.

Più che una rivincita su Robredo lo è stata sul suo gioco, che l’anno scorso l’aveva tradito come una pugnalata alla schiena, tra errori in spinta in quantità industriale e palle break che volavano via senza una reale spiegazione. Oggi niente di tutto questo. Federer è stato semplicemente ingiocabile al servizio (ha vinto il secondo parziale senza cedere un solo punto alla battuta), solido e concentrato da fondo campo e ha deliziato il pubblico del Court One con volèe degne del suo attuale coach Stefan Edberg.

Certo, la remissività di Robredo gli ha dato una grossa mano e per avere un quadro più chiaro sulle reali chance dello svizzero in ottica titolo serviranno test più probanti, con avversari più a loro agio su questa superficie. Nei pronostici parte dietro a Murray, Djokovic e Nadal, ma non considerare il “vecchietto” Roger come uno dei candidati a scendere in campo nella finalissima di domenica sarebbe un’eresia. Tutti i suoi avversari sono avvisati, anche il sette volte campione a Church Road è pronto ad accendere i motori per la fase finale dei Championships. 

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