Raccontando Wimbledon: Petkovic l'americana, Sharapova e la quadrupla proposta di matrimonio

TENNIS – Dal nostro inviato a Wimbledon Diego Barbiani

I mondiali di calcio si respirano anche a Wimbledon, nonostante sia il periodo del torneo di tennis più famoso del mondo. In sala stampa ogni giorno verso le cinque del pomeriggio (ora locale) gli schermi delle televisioni sopra le postazioni del giornalista sono puntati a fare zapping tra BBC Sport ed il tennis. Per i più fortunati si sfrutta la televisione della postazione accanto, impunemente lasciata incustodita.

Capita inoltre che durante le conferenze stampa persino i giocatori chiedono quanto faccia la loro nazionale. Ieri Andrea Petkovic, appena entrata in sala conferenze, ha fermato tutti per chiedere: «cosa fa la Germania?». Alla risposta «zero a zero» ha esultato: «Davvero? Zero a zero? Oh c’mon!». Cinque minuti dopo, conclusasi la conferenza in inglese, ha di nuovo posto la domanda ed un giornalista: «Sempre zero a zero, manca ancora un tempo». La sua risposta è stata: «E’ ancora tanto lunga, ma non dobbiamo vincere oggi». Sguardi confusi in sala stampa, «deve esserci un pareggio!».

Qualche giorno fa infatti lei aveva ripetuto gli stessi concetti ad un’altra conferenza stampa. Tifa Germania, ma gli Stati Uniti sono troppo forti perché «non sanno quello che fanno, ma stanno andando alla grande». Petkovic l’americana quindi, che riesce sempre a catturare l’attenzione su di sé ed il suo personaggio davvero piacevole con cui discutere su diversi aspetti, una di quelle (poche) che non parte con risposte preimpostate.

Una di quelle che sembra all’opposto di tutto ciò è Camila Giorgi. Dispiace, perché Camila è una ragazza particolare che potrebbe dare molto non solo in termini sportivi ma anche con il parlato. Invece appare ancora troppo chiusa, anche quando ci sono domande su cui si potrebbe argomentare un po’ di più, alla prima difficoltà nel discorso cerca quelle tre parole che le permettono di chiuderlo così, senza una vera fine.

Chi invece cambia tanto in atteggiamento è Maria Sharapova. In campo è spietata, distrugge le avversarie prima mentalmente e poi con il tennis. Un complesso di urla, esultanze a pugni chiusi ad ogni punto per incitarsi, una carica agonistica costante che fa pensare alle avversarie: “E questa? Come la batto?”. Poi in conferenza stampa è tranquilla, sempre sorridente (questo anche per effetto delle telecamere che riprendono, probabilmente) ma soprattutto risponde spesso fissando negli occhi la persona che le pone la domanda.

A chi che le ha domandato per quale squadra farebbe il tifo se la Russia non vincesse la Coppa del Mondo ha risposto: «Non so, onestamente. Nel mio team ci sono tante persone che provengono da diverse parti del mondo, è bello stare insieme per vedere le partite, anche se non mi capita spesso di vederle. Alle volte mi impongo di supportare le loro nazionali ma loro mi beccano subito, non sono brava a fingere. Un’altra cosa in cui sono bravissima è perdermi i goal». E ieri sera, durante Algeria-Russia, quattro tifosi russi hanno esposto dei cartelloni che insieme formavano la frase “Sharapova vuoi sposarmi?” e lei su Twitter simpaticamente ha risposto: “Mi sono persa i goal, ma questa no! Devo sposarli tutti e quattro?”

 

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