Djokovic stende Tsonga, Wimbledon in discesa

TENNIS – WIMBLEDON – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Novak Djokovic batte Tsonga 63 64 76 ed accede ai quarti di finale dei Championships dove affronterà Marin Cilic. Il serbo, a cui viene dato poco credito per la vittoria finale, è sottovalutato? Djokovic non vince uno Slam fuori da Melbourne da quasi tre anni. E’ il momento buono?

Forse, data la superficie, la nulla preparazione, il modo in cui si è sciolto in finale a Parigi, lo abbiamo sottovalutato tutti. Non scordiamoci che Novak Djokovic, tra l’altro, non vince uno Slam da Melbourne 2013 e che fuori dall’Australia non vince da quasi 3 anni nei major.

Anche per questo non è stato sotto le luci dei riflettori come gli altri 3 fab four, in questo Wimbledon. Eppure Djokovic ha mostrato fin qui di essere in piena forma, ha tenuto sott’acqua avversari pericolosi come Stepanek e distrutto oggi Tsonga come niente fosse. Il francese non è più ai suoi migliori livelli, d’accordo, ma sull’erba e con il tetto chiuso non è comunque impresa facile. Nole pare decisamente centrato con il rovescio, il suo miglior colpo e soprattutto bene al servizio, sempre un termometro della condizione del serbo.

La partita in realtà non c’è mai stata contro il francese: non si è mai avuta l’impressione che il serbo potesse perderne il controllo. Solido con entrambi i fondamentali, potente, qualche errore di troppo a rete ma ben sicuro e determinato a non volere spendere energie per le battaglie che verranno.

La prossima si chiama Marin Cilic, che gli ha fatto fuori Tomas Berdych (che qui ai Championships lo ha già battuto in semifinale nel 2010) contro il quale Nole si trova piuttosto bene; il croato è autore fin qui di un grande torneo però e non sarà un avversario banale per Djokovic.

D’altronde fino alla finale a Parigi, Novak aveva disputato un torneo quasi impeccabile, dando dimostrazioni di forza con discreta continuità: quello che manca al serbo al momento è probabilmente quel guizzo che gli permette di battere i più forti tre set su cinque, senza pause o cali fisici e mentali.

Se dovesse incontrare Murray in semifinale, sarà l’ennesima prova. Per uno straordinario giocatore a cui è richiesta ancora più fame.

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