Australian Open: Wawrinka da urlo, Djokovic ko! Quando Ettore batte Achille…

Dall’inviato a Melbourne, Luigi Ansaloni

Stanisla Wawrinka b. Novak Djokovic 2-6 6-4 6-2 3-6 9-7

MELBOURNE – Stanislas Wawrinka che batte Novak Djokovic nei quarti di finale degli Australian Open, prima prova dello slam 2014, è un finale dell’Iliade diverso, che non ti aspetti. E’ l’umano Ettore che batte il Pelide Achille, è la vittoria del tennis umano contro quello dei robot, capaci di recuperi infiniti e di corse incredibili, fatto di giocatori al limite della perfezione ma che a volte peccano di quell’emozione che solo un Colpo tirato quasi alla cieca che sfiora le righe ti riesce a dare.

Se l’è meritato Wawrinka, “Stanimal”, quanto è vero Iddio. Poche volte è capitato di assistere ad una vittoria, ad un successo, così meritato, così pulito, se possiamo dirlo così vero. Perchè al netto di tutto, Stan The Man ci ha davvero emozionato. Per 4 ore, per 5 set, fino a quell’incredibile 9-7, ci siamo dimenticati della nazionalità, del tifo, dei calcoli, quei calcoli che lo stesso Wawrinka ha dimenticato e che gli sono valsi un successo al limite dell’umano (appunto). Perchè battere Djokovic in Australia, in questo continente dove non perdeva dal quarto di finale del 2010 contro Tsonga, dove tra l’altro avevano pesato e di molto quei problemi fisici che il numero due del mondo paleseva prima della cura senza glutine, è qualcosa che nessuno, ma proprio nessuno, si aspettava. Djokovic non perdeva in uno slam prima della semifinale dal Roland Garros 2010, inanellando una serie di 14 consecutive secondo a quella mostruosa di Roger Federer (23, da Wimbledon 2004 all’Australian Open 2010). Un’impresa, quella di Stan, forse una delle più clamorose della storia nel tennis, si è palesata nella Rod Laver Arena, che per il secondo anno consecutivo ha avuto l’onore di assistere ad una sfida tra questi due straordinari giocatori. Lo scorso anno era finita all’1.47 di notte, dopo 5 ore e 2 minuti e 12-10 al quinto set: era stata una battaglia forse ancora più sanguinosa di questa, e forse (per quanto possa sembrare assurdo) Wawrinka aveva addirittura giocato meglio, ma si era sciolto all’arrivo. Stavolta la storia sembrava ripetersi, soprattutto quando nel quarto set lo svizzero di Losanna aveva subito un break sul 3-4 quando era avanti di 40-0. A quel punto Becker, bolso in tribuna, aveva tirato un sospiro di sollievo. Adesso la porta degli interrogativi, già non certo chiusa, sulla collaborazione tra Djokovic e l’ex campione tedesco, sarà a dir poco spalancata. Intendiamoci, questo sconfitta non è colpa di “Bum Bum”, e probabilmente non è nemmeno colpa di Djokovic stesso, anche se fino a 2 giorni fa si parlava di un serbo già padrone di Melbourne, dove ha trionfato quattro volte.

Wawrinka semplicemente ha compiuto un miracolo, quello che Ettore non riuscì a compiere contro l’invincibile Achille. Stan ha cambiato la storia, e forse la storia rischia di cambiare per davvero, perchè adesso la posta in gioco di questi Australian Open che fino ad oggi avevano un pò dormicchiato diventa ancora più alta, e non di poco. Perchè ora Federer ha un grossissimo rivale in meno, perchè ora Wawrinka e Berdych hanno un’occasione nella vita più unica che rara, ma soprattutto perchè Nadal, adesso il naturale strafavorito di questo torneo, può davvero accarezzare l’idea di vincere qui a Melbourne e avvicinarsi al leggendario numero 17 negli appartenente proprio a Federer, arrivando a 14, cioè a -3 dal mito. Cosa pensata e percepita dagli amici spagnoli in sala stampa, che hanno fatto un tifo d’inferno per tutta la durata del match tra Djokovic e Wawrinka. Un anno fa Rafa era a pescare in Argentina con Pico Monaco e fuori da ogni tipo di discorso, 12 mesi dopo ha due slam in più e un terzo nel mirino, davvero a portata di mano. Wawrinka ha cambiato la storia della sua carriera, del suo torneo e forse del tennis. Era un bellissimo perdente fino a poche ore fa, è diventato un meraviglioso vincente sotto ogni punto di vista. Per lui non più onori ma morte (agonistica) alla Ettore, ma solo gloria. Djokovic aveva un tallone di Achille anche in Australia, e fino ad oggi non ce n’eravamo accorti. Comunque vada, bravo Stanimal.

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