Sharapova: «Vi racconto il mio 2013: tennis e non solo. Sulla Russia..»

Di Diego Barbiani.

Nel 2014 ci si attende un pronto riscatto da Maria Sharapova. Quest anno è stato altalenante, con momenti felici (come la vittoria ad Indian Wells o la finale al Roland Garros) ma anche altrettanti momenti difficili, conditi dalla strana vicenda dell’infortunio alla spalla avvenuto ad una settimana dallo US Open e nei giorni seguenti al licenziamento del suo nuovo coach Jimmy Connors e la trovata pubblicitaria di partecipare all’Open statunitense con il cognome “Sugarpova” riprendendo il suo ormai noto marchio di caramelle.

Però il 2013 è anche l’anno in cui ha trovato, sembra, in Grigor Dimitrov una persona che sta diventando davvero importante per la sua vita, contrariamente ai tanti che vedono la relazione tra i due come una grande trovata d’immagine.

Così, in un’intervista concessa al New York Times la russa ha parlato un po’ del suo prossimo rientro alle competizioni (che avverrà a Brisbane nella prima settimana dell’anno nuovo), di come procede la riabilitazione e di tanto altro. La notizia più bella, per lei, è che grazie al trattamento PRP (iniezione di plasma ricco di piastrine) ed ad altri trattamenti per la sua spalla non sente dolore quando è al servizio. Nel 2009, dopo il rientro dal precedente grave infortunio, ci volle tantissimo tempo prima che tornasse in condizione di giocare un servizio come si deve.

Ha ricominciato ad allenarsi con palline depressurizzate, in modo da non dover forzare troppo al servizio, poi è stata in Colombia una decina di giorni fa per il suo primo impegno vero dal giorno dello stop. Era solo un’esibizione contro Ana Ivanovic, ma riassaporare l’aria della sfida per una combattente come lei deve essere stato molto speciale.

«Sono stata costretta ad attraversare momenti anche più difficili nel corso della mia carriera, ma sono sempre tornata ed ho imparato qualcosa» ha detto facendo grande riferimento all’intervento alla spalla subito nel 2008, «So bene che questo non è così grave come il precedente, è davvero importante per me» ha poi continuato.

In questi giorni la siberiana si sta allenando duramente a Bradenton, all’accademia di Nick Bollettieri, sotto gli occhi attenti del suo nuovo allenatore Sven Groneveld. Bradenton è anche il luogo dove lei arrivò qui ormai vent’anni fa assieme a suo papà Yuri. Conosceva solo pochissime parole in inglese, si sentiva un’estranea, un’imbucata ad una festa. Ora invece è tra le star indiscusse e simbolo di coraggio e dedizione per i tantissimi atleti e studenti che vivono lì e che nutrono il sogno di diventare professionisti.

Sharapova in tutta la carriera non ha cambiato moltissimi allenatori, anzi. Ma in una stagione travagliata come quella appena conclusa si sono avvicendati in tre: dapprima Thomas Hogsted, licenziato dopo Wimbledon per motivi personali, poi il tentativo andato a vuoto con il grande campione americano Jimmy Connors, durato appena un incontro (perso contro Sloane Stephens), per tentare ora la risalita con una persona di livello e ben vista in tutto l’ambiente Wta, appunto Groneveld.

In un team molto numeroso come quello che circonda l’ex n.1 del mondo, il suo agente Max Eisenburg si è preso il gusto di rinominarlo: the United Nation (le Nazioni Unite). Il nuovo allenatore è olandese, lo sparring partner Tieder Kindlmann è tedesco, il nuovo fisioterapista Jérome Bianchi è francese, infine il preparatore atletico Yutaka Nakamura è giapponese.

Al termine degli allenamenti, si riuniscono tutti in un piccolo cerchio e calciavano in aria un piccolo pallone da calcio. Chi arriva più in basso è costretto a fare delle flessioni o, nel caso di Sharapova, dei salti per evitare di sforzare la spalla ed il tutto si chiude spesso tra le risate generali all’indirizzo di Eisenburg, ritenuto il più scarso.

L’allenamento però, ha confermato anche la stessa Sharapova, è davvero tosto. Groneveld lavora tantissimo sul gioco di gambe sulla linea di fondo campo, su come ottenere più precisione nei colpi e potenza nelle volèe angolate. Il servizio, poi, è una priorità perché si sta cercando di ottenere un movimento più fluido e che non le procuri troppo dolore.

Prima e dopo gli allenamenti, Bianchi lavora parecchio sulla spalla infortunata. Dopo l’intervento del 2008 questo colpo è sempre stato un ostacolo. Questa volta però non sembra sia così doloroso. «Al rientro dopo quell’infortunio mi capitava anche di piangere quando facendo sessioni con il fisioterapista. Questa volta è un dolore che non mi ha mai spinto così in la,» ha detto «però mi ha creato un’infiammazione in tutta la zona. Ho poi avuto una borsite, una tendinite ed una contusione ossea. Il problema era questo, generalmente si prende una pausa e si lavora sulla forza, ma stavolta qualsiasi cosa facessi per rimediare mi procurava dolore».

Sharapova ha confessato poi che ha iniziato ad avvertire dolore «agli inizi di Maggio, a causa soprattutto di una primavera europea particolarmente fredda». Col tempo il problema andava aumentando e lo si notava al servizio, ma anche al termine di scambi difficili.

«Con un intervento chirurgico alle spalle, quella mia parte del corpo non potrà più essere come prima» aggiungendo poi che «nel mio caso è stato tutto un accatastarsi di problemi: dal cambio di clima, dal cambio di palline, al fatto che debole da questo punto di vista, sono molto sensibile anche ai minimi particolari». Ha rivelato che «non so come abbia fatto ad ottenere la finale a Madrid, i quarti a Roma» confessando anche «in quel caso dopo il match di ottavi contro Stephens mi ero detta “ora basta, non posso andare avanti, la spalla mi sta uccidendo”. Ero bianca in volto quella sera, sapevo che dentro di me c’era qualcosa che non andava». Il giorno seguente arrivò infatti la notizia del suo ritiro dai quarti a favore di Sara Errani.

Fu poi la volta del Roland Garros dove seppe arrivare con caparbietà fino in finale, fermata solo dall’inarrestabile Serena Williams. Saltò i tornei in preparazione a Wimbledon anche perché un controllo alla spalla evidenziò gravi problemi. Neppure un po’ di riposo le evitarono una brutta figura pochi giorni dopo, quando fu incredibilmente eliminata dalla portoghese Michelle Larchrer De Brito. La sconfitta in Ohio contro Stephens, sei settimane dopo, la convinse a fermarsi prima che sopraggiungessero guai ulteriori.

A quella partita risale anche l’esordio, ed il successivo esonero, di Jimmy Connors. Fu un rapporto molto strano, a detta di tantissimi all’interno del circuito. Chris Evert li ritiene troppo simili nei modi di fare, per cui quello che il suo ex-fidanzato poteva dare alla ventiseienne russa, lei lo aveva già. Non ci furono dichiarazioni ufficiali da parte sua, mentre Sharapova si limitò a chiudere la questione ponendo la colpa sul proprio atteggiamento. «Jimmy è arrivato nel posto sbagliato al momento sbagliato» ha detto Maria, «era difficile per lui seguirmi dopo Wimbledon, quando io negli allenamenti sapevo di non poter più servire. Sapevo anche dentro di me che difficilmente avrei potuto partecipare allo US Open. Questo per un atleta è davvero difficile da accettare, per cui era molto difficile starmi intorno in quel periodo».

In un 2013 così pieno di cambiamenti, c’è spazio anche per la nota lieta dell’amore sbocciato tra lei ed il tennista bulgaro Grigor Dimitrov. «Sono molto felice in questo periodo e penso di essere molot più grata ora per tutto quello che ho rispetto al passato. Se torno a casa e posso condividere la mia gioia con qualcuno è perché ho imparato tanto dal passato». A questo punto parla direttamente del suo fidanzato: «E’ molto bello avere qualcuno accanto che non vuole intralciare la tua vita, che rispetta ciò che faccio, ma che allo ste
sso tempo è una parte molto importante di essa. E’ una combinazione difficilissima da trovare in qualsiasi rapporto, sono davvero felice e fortunata».

Il loro rapporto è stato oggetto di numerosi pettegolezzi, soprattutto di chi li vedeva spesso impegnati in un amore di facciata.

Poco prima di Wimbledon ci fu un intenso scambio di battute poco carine con Serena Williams. Tutto naque da alcune dichiarazioni poco carine dell’americana sulla rivista “Rolling Stones, dove citava (senza fare nomi) una top-5 del circuito che era così noiosa perché parlava sempre di quanto fosse innamorata di una persona che, la stessa statunitense, ha definito “cuore nero”. La Sharapova, in una conferenza stampa, ha risposto in maniera estremamente piccata: «Se vuole parlare di qualcosa di personale può raccontare di come la sua relazione sta rovinando la famiglia Mouratoglu, sposato e con due figli».

Al New York Times Sharapova ha aggiunto: «Non c’era nulla di segreto in quelle dichiarazioni che ho fatto, non ho rivelato nulla che lei mi avesse confessato chiedendomi di non rivelare. Nessuno però si aspettava che io li tirassi in ballo». Ha poi confessato: «Sono rimasta sorpresa del fatto che molti si siano sconvolti».

«In campo ho il massimo rispetto per lei, è una grande avversaria» dice riferita a Serena Williams. «E’ diverso, perché non so come si comporti fuori dal campo, non ci siamo mai frequentate» precisando poi «il tennis occupa una piccola parte della nostra vita ed io mi interesso anche di altri ambiti». Alla fine ha ammesso che l’uscita sul rapporto tra Serena Williams e Patrick Mouratoglu non è stata molto elegante. «Ho tenuto la bocca chiusa un sacco di volte nella mia carriera, ma io sono come un libro aperto. Non mento quando parlo in conferenza stampa, sono molto onesta. Parlo male di me stessa quando gioco male e sento di meritarmelo, ho rispetto dove il rispetto è dovuto».

A Febbraio ci saranno le Olimpiadi invernali e per la Russia sarà un appuntamento importantissimo visto che si terranno a Sochi. Sharapova, che ha spinto tantissimo anni fa per avere la competizione invernale in casa, per due settimane farà la presentatrice televisiva per la NBC. «Ho vissuto a Sochi fino a quando avevo sette anni, i miei nonni materni vivono ancora lì assieme a tanti altri parenti meno stretti». A proposito della collaborazione con la NBC ha aggiunto: «Ho tanta voglia di imparare, non ho mai fatto qualcosa di simile per la televisione. Sarà un’esperienza molto importante per me».

Parlando di Sochi, ha spiegato che «è una città senza tanta storia culturale, ma c’era di tutto per quello che riguarda gli aspetti naturali e confesso che sono un po’ preoccupata per le conseguenze che potranno esserci da questo punto di vista».

Sharapova è molto patriottica, non ha mai scelto di rinnegare le sue origini russe nonostante ormai viva ad una decina di migliaia di chilometri di distanza. Ama il suo paese ma non rispetta la legge sui gay, entrata in vigore nel Giugno scorso che vieta la manifestazione ed i rapporti omosessuali volta a proteggere i giovani. «Ho avuto amici gay ed amiche lesbiche. Ognuno deve sentirsi libero di manifestare il proprio modo di essere» dichiarando anche «penso che col tempo queste persone non si sentiranno più escluse dalla società, anzi ne sono certa. Io sono Russa e sono orgogliosa di questo. Sono cresciuta lì e sono fiera delle mie origini, ma non ho mai detto che ogni singolo individuo sia giusto o le leggi corrette».

Alla fine Sharapova ha concluso con un pensiero rivolto a lei da piccola: «Avevo sei-sette anni quando arrivai qui, fu difficilissimo. Se ripenso a tutti quei momenti complicati, alle difficoltà della mia famiglia.. Quando ne parlo con le persone loro mi chiedono sbalordite come ci sia riuscita perché tutto ciò non è possibile. Allora ci penso, forse non lo è davvero».

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