US Open: Errani: "Non so cosa mi prende, vorrei scappare dal campo"

Dal nostro inviato a New York

Gianluca Atlante

New York – Ha vinto la veterana. Contro pronostico. E lo ha fatto, giocando il suo miglior tennis, almeno da due anni a questa parte. E lo ha fatto su un campo, l’Arthur Ashe, sul quale, prima del dispiacere Kerber, era riuscita a domare Maria Sharapova, non proprio una qualsiasi. Semplicemente meravigliosa, Flavia Pennetta. Pronta a confidarci qualcosa di preoccupante in quel di Church Road, ma tornata a risplendere di luce propria, in una mattinata variabile e ventilata nel Queen’s. Flavia Pennetta ha battuto Sara Errani.

E lo ha fatto senza colpo fierire, addomesticando il match a suo piacimento, offrendo allo sparuto pubblico dell’Arthur Ashe, colpi deliziosi e geometrie invitante. Non per Sara Errani, apparsa decisamente la brutta copia della splendida giocatrice issatasi sino al numero cinque della classifica mondiale. Flavia ha dominato in lungo e in largo, trovando nel servizio, soprattutto, un’arma letale. Ha servito bene, ha spinto da fondocampo e con quel rovescio lungolinea, ha finito per male, molto male alla sua collega. Un’ora e undici minuti di autentica passione tennistica. Un’ora e undici minuti nei quali la Errani, diciamolo francamente, ci ha capito poco o nulla, trovando modo e tempo di cacciare un urlo, che liberatorio non è stato e un pugno sulle corde della racchetta. Forse, perchè sapeva in cuor suo che quella di oggi, sarebbe stata, e lo è stata, una mattinata molto, ma molto difficile. Break, contro break e ancora break nei primi tre giochi. Poi Flavia Pennetta è volata via liscia e con autorità sino al 5/1, prima di essere risucchiata sul 5-3, prima di lasciare un setpoint per strada e chiudere al secondo in 41′. E nel secondo set, il terzo game ha finito per aprire alla brindisina la strada della vittoria. Ha tenuto duro e da quel momento in poi, non c’è stata più storia. Perchè in un amen, la Pennetta ha chiuso la pratica con il punteggio di 6/3 6/1, in un’ora e undici minuti e con un parziale finale di dieci punti ad uno. Devastante per la mente e il cuore di una Sara Errani, lo ripetiamo e al di là dei giustificati meriti di Flavia, apparsa davvero sotto tono.

Sorrisi, anche se contenuti, e lacrime. A distanza di qualche metro. Sotto l’Arthur Ashe, lì dove il parlare è un qualcosa che accomuna tutte le giocatrici. Flavia Pennetta è contenta, molto contenta. Sara Errani è l’esatto contrario. Non nasconde nulla del suo piccolo dramma tennistico, di questa pressione che non le dà tregua. “Da qualche settimana a questa parte – ci ha confessato con le lacrime agli occhi la nostra numero uno – non riesco ad essere tranquilla. Mi porto dietro un peso talmente grande, che in campo non sono più serena, non riesco a lottare, a fare quello che vorrei”. Fa tenerezza Sara Errani. Gli occhi azzurri pieni di lacrime sono un qualcosa che non fa piacere a nessuno, tantomeno a noi che, tante, troppo volte, veniamo etichettati come persone senza cuore. Quello di Sara, batte forte. E non nasconde nulla, proprio nulla: “Flavia ha giocato una grande partita ed ha meritato di vincere, ma io non riesco ad essere più me stessa e la cosa mi fa star male, molto male. Ad ogni punto, ho pensato che la cosa potesse passare, che la partita potesse girare. O, almeno, l’ho sperato sino al 4-1 del secondo set, poi mi sono arresa. Mi pesa tutto questo, non riesco a gestirlo. Mi è pesato da morire, alla vigilia del torneo, essere testa di serie numero quattro ed ho finito per pagarlo a caro prezzo”. Lacrime e sorrisi, quelli di Flavia Pennetta. Tornata quella di un tempo: “Ho giocato un match, me ne rendo conto anche io. Sara è una grande giocatrice, ma noi ci conosciamo a memoria. Ed oggi sono riuscita a metterla nelle condizioni di non giocare come lei sa fare. Ho servito molto bene, e questo mi ha aiutato, ma soprattutto le ho messo pressione da fondocampo, sfruttando al meglio il lungolinea di rovescio. Sono davvero contenta, molto contenta”. Una Pennetta ritrovata, in tutto e per tutto. Quella di un tempo, di almeno due anni fa: “Non lo so, anche perché e con tutto il rispetto per chi ho di fronte, non è la classifica di una giocatrice che mi fa dire ho giocato bene. Credo di averlo fatto diverse volte quest’anno, oggi magari un po’ meglio”. E’ l’aspetto fisico di Flavia Pennetta che ha più sorpreso. Una condizione eccellente, inutile nasconderlo. “Ma è anche vero che, tolti i punti al polso, e parliamo di quasi un anno fa, ho subito iniziato a lavorare. E questo, se fatto bene, alla fine paga”.

 

 

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